sabato, ottobre 16, 2004

Viaggio in Inghilterra

Quando lo vidi, sul pullman che (ci) portava in Valle d’Aosta, quella mattina del 7 luglio ’96 ne rimasi spiazzato; affascinato da un messaggio che non riuscivo a comprendere. Non riuscivo a circoscrivere nelle mie categorie di garzoncello scherzoso, tutto quell’appassionata e dolorosa domanda di senso. Il dover nella propria carne celebrare quel “Sacrum Commercium” dell’amore e del dolore - (…) “Nell’ombra esso vapora”/ “Ed è?…” “La Vita, o cavaliere errante!”- era ciò che turbava quel fanciullino, che non ha smesso di avere un cuore tremante: “ (…) Tale è l’arte dell’oscuro Atlante:/ non è, la vedi: è, non la vedi. (…) ”.

-Il dolore di oggi fa parte della felicità di ieri!

-E’ difficile ammetterlo! E’ difficile accettarlo.

Sono parole che aprono un abisso nel quale, precipitarvi sarebbe accettare che la mia vita non è mia.Si ha paura ad abbandonarsi a ciò che non puoi controllare: la Realtà.

-Leggiamo per sapere che non siamo soli; Forse possiamo anche dire che: amiamo per sapere che non siamo soli.

-Beh, professor Lewis, io credo che qualche volta non possiamo far a meno di amare un film!E sussultare stupiti di fronte ad un dvd in vetrina, perche la Verità ti si pone davanti e ti ripropone la sua imbarazzante domanda, non curandosi del fatto che più fanciullini non siamo.

“Quella, tu dici che inseguii, non era

lei?” “No:era una vana ombra in sembiante

di quella che ciascuno ama e che spera

e che perde. Virtù di negromante!”

“Ella è qui, nel castello arduo ch’entrai?”

“Forse la tocchi o cavaliere errante!”
(G.Pascoli)


-Non voglio più vivere altrove! Non aspetto più che succeda niente. Non voglio sapere che c’è oltre la valle, né oltre la collina. Sono qui e mi basta.

-E’ questa la felicità per te Jack?

-Si, si è questa.

-Non durerà, Jack.

-Non pensiamo a questo ora.Non roviniamo i momenti che passiamo insieme.

-Non li roviniamo.Li rendiamo reali.

Fammelo dire, prima che la pioggia finisca e noi torniamo a casa.

-Che cos’è che vuoi dire?

-Che io morirò.

E voglio essere con te anche allora. E sarà così solo se riesco a parlarti di questo, adesso.

-Io me la caverò. Non preoccuparti per me.

-No, io credo che non sia abbastanza. Credo che cavarsela sia troppo poco. Quello che sto cercando di dire è che…

il dolore di domani fa parte della felicità di oggi.

Devi accettarlo.

2 commenti:

Luciano ha detto...

Io penso che quello che voleva dire lei (una donna a un uomo che ama) è semplicemente che "Il dolore di domani fa parte dell'amore di oggi": Felicità intesa come Amore, non felicità in ogni accezione. Si parla d'amore, sta parlando del suo amore, sono in un contesto d'amore, sono una coppia che si ama, sono una coppia, sono uomo e donna, è un amore tra uomo e donna.
Non è poco: l'amore tra uomo e donna è la nostra fonte di irrealtà. Di gioia irreale, di dolore irreale. Lui non capisce perchè, saggiamente, ha SEMPRE tenuto fuori le emozioni dalla sua vita. Le emozioni d'amore, intendo. Probabilmente, se non ci sei passato, non puoi capire esattamente di cosa loro stanno parlando, io credo..o forse no.

Duque de Gandìa ha detto...

QUando hai visto questo film non avevi 16anni.Non sarà il tuo film preferito,e non lo sarebbe stato neanche il mio se non lo collocassi-con imbarazzante esattezza- in un momento preciso della mia adolescenza.Tu non eri li a spiegarmelo,e credo sia stato giusto così.
Hai ragione:quando parliamo di Felicità (astrattamente) stiamo solo mendicando un'esperienza d'Amore(si,con l'A maiuscola;mi si perdoni il vezzo)."Penso che possiamo anche dire che amiamo per sapere che non siamo soli".
Si,hai colto nel segno:lei quando parla di felicità parla d'Amore,del loro concretissimo Amore;ma lui no!Lui parla della 'Valle dorata',del non pensare alla loro vita(e alla loro morte!)quotidiana.Lei invece vuole che il loro amore sia la fonte della realtà;vuole che sia fonte di gioia reale. Lui non vuole accettare che sia anche fonte di dolore reale.