domenica, gennaio 23, 2005

ADVERSUS HAERESES IV


Del Trafugamento Del Corpo Di San Marco Evangelista in ALESSANDRIA d'Egitto

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Devo ancora imbattermi in una chiesa che non custodisca una qualche reliquia: corpi santi, chiodi della Croce, anulari di vergini… E ad accomunare basiliche e pievi di campagna è il modo avventuroso in cui tali reliquie sarebbero giunte a destinazione: alluvioni, trafugamenti, voli miracolosi, al cui confronto le imprese del capitano Picard sembrano un torneo rionale di scopa all’asso. Ma il lume della ragione ci ha proprio abbandonati? Considerando che il commercio di false reliquie imperversava nel medioevo, e in modo assai fiorente e redditizio, non sarebbe d’uopo una certa cautela nel credere che sotto ogni altare maggiore si possano celare santissimi resti? Tanto più che, per un credente, non dovrebbe essere di vitale importanza venerare le spoglie mortali: l’anima ha fatto fagotto ed è tornata al Creatore, che hai da venerà? Comunque, la democrazia è una gran cosa. E questo ce l’ha insegnato il paganesimo, in cui ognuno venerava il dio che più si confaceva alla bisogna, ma senza reliquie volanti: bastava una statuetta formato Oscar. :)

Duque de Gandìa ha detto...

Catechismo per principianti:-)
L’ Uomo da Dio è creato composto di anima e corpo. La morte è la separazione dell’anima dal corpo, quest’ultimo è destinato alla decomposizione mentre l’anima è destinata al premio o alla pena eterna. Ma è altrettanto dottrina di Fede Cattolica che alla fine del mondo i corpi risusciteranno per riunirsi alla propria anima.
“La resurrezione dei morti avverrà per virtù di Dio onnipotente, a cui nulla è impossibile”
“Dio vuole la risurrezione dei corpi , perché avendo l’anima operato il bene o il male unita al corpo, sia ancora insieme con esso premiata o punita.”(Catechismo di S.PioX nn241-242)
Quindi i corpi risusciteranno ad “immagine” della propria anima: i dannati andranno a soffrire anche fisicamente le proverbiali pene dell’inferno, similmente le anime sante otterranno un corpo spirituale con cui potranno anche sensibilmente godere (“godere” è l’esatto termine teologico!) la gloria del Paradiso.
Da tutto questo i fedeli cristiani hanno da sempre dedotto che il corpo di un’anima “volata” in paradiso - ed in generale tutto ciò che fisicamente ha avuto a che fare con lui - mantiene un reale seppur misterioso legame con “il cielo”.
Il Cristianesimo è una strana religione in cui si sostiene l’imprescindibile legame del mondo spirituale con la più banale e feriale materialità. A tal proposito mi piace ricordare che: Sant’Ignazio di Loyola, nel testo degli Esercizi Spirituali, al capitolo delle regole “Per la vera direzione che dobbiamo seguire nella Chiesa militante”, raccomanda - alla numero 6 - il
“Lodare le reliquie dei santi, venerandole e pregando questi ultimi: lodando il far stazioni, i pellegrinaggi, le indulgenze, i giubilei, le crociate e l’accender candele nelle chiese.”
Ah, Ignazio!Che gran santo! :)

Duque de Gandìa ha detto...
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Anonimo ha detto...

Duca, mi dica: l’infervoro è stato tale da indurla a ribadire due volte il concetto? :)
Celie a parte, vorrei riaffermare l’alto valore della democrazia nelle questioni di fede: chi vuole venerare, veneri. Chi non vuole, si astenga. I miei dubbi (spero legittimi) riguardano l’autenticità delle reliquie, per i motivi che ho già esposto. Vorrei aggiungere una riflessione: non ignoro che la resurrezione della carne sia la tappa finale del grande progetto escatologico; quello che mi chiedo, tuttavia, è in quale passo delle Sacre Scritture si inviti a venerare le spoglie mortali, esplicitando altresì che il resuscitato avrà quel medesimo corpo, anziché una carrozzeria nuova di zecca. :)
Confido in lei per avere lumi, ma non stia a scomodare Sant’Ignazio e S. Pio X: i commentatori postumi delle scritture sono solamente un succedaneo ben poco filologico, e rifarsi a essi sarebbe come andare a bere dalla cannella avendo a disposizione la fonte sorgiva. :)

Duque de Gandìa ha detto...

CITAMUS ET LAUDAMUS !

Per la vera direzione che dobbiamo seguire nella Chiesa militante si osservino le seguenti regole:

"Regola 11. Lodare la dottrina positiva* e la scolastica; perché come è più tipico dei dottori positivi, quali san Gerolamo, sant’Agostino san Gregorio ecc., muovere i sentimenti ad amare e servire totalmente Dio nostro Signore; così è più tipico degli scolastici, quali san Tommaso, san Bonaventura e il Maestro delle sentenze ecc., il definire o mettere in chiaro per i tempi nostri le cose necessarie alla salvezza eterna e a meglio confutare e mettere in chiaro tutti gli errori e tutte le falsità. In quanto i dottori scolastici, essendo più moderni, non solo si avvantaggiano della vera comprensione della Sacra Scrittura e dei santi dottori positivi; ma anche essendo essi stessi illuminati e rischiarati dalla virtù divina, si giovano dei concili, dei canoni e delle costituzioni di nostra santa madre Chiesa."
(*patristica).

È molto ingenuo pensare che “el Duque de Gandìa” non citi devotamente il padre maestro Ignazio:)

P.S.: il fatto che si possa postare anonimamente non vieta ai benevoli commentatori di apporre il nome: ne avremmo gusto.

Anonimo ha detto...

Chiedo scusa per la deprecabile dimenticanza, mi accorgo solo ora di non aver firmato. Sono I. e condivido con lei l'amicizia di L. La ringrazio per la citazione, anche se ho la sensazione che lei abbia eluso la domanda... :) Su Ignazio ne potrei raccontare delle belle, ma essendo ospite in casa altrui, non voglio correre il rischio di ferire la sensibilità del padrone di casa. I più deferenti ossequi
I.

Duque de Gandìa ha detto...

La maga Isidonia?!!!:)
REVERENTIA!
"la mia sensibilità"? :D
Oh voi "Fiore fra le valli"!Che delicatezza che spira dalla vostra persona!
No, guardi: ha capito male.
Si conforti:Noi,da buon controriformato, siamo abbastanza TRUCI:)Non ci turbiamo per qualche gesuitismo:enarri, orsù,le gesta di Inigo Lopez!la leggeremo come se voi foste novella RIBADENEIRA redivivo!:)
Se doveste giungere in visita all'Urbe, evocatemi per mezzo della comune amica! Avrei gusto di condurvi personalmente nella camera dove spirò il santo Hidalgo:)
PS: Spero di non aver sbagliato persona anche stavolta!:)

Anonimo ha detto...

Esimio, l’attribuzione del termine “maga” mi addolora, piuttosto e anzichenò. Non posso pensare che la nostra comune amica, che mi frequenta da oltre un decennio, abbia potuto definirmi in siffatto modo, che non rende giustizia alla mia semplice ma onorata esistenza. Pertanto, nutro la certezza di avere involontariamente offeso la vostra augusta persona, tanto da meritare un appellativo sì indegno… Me ne dolgo profondamente. Quando mi recherò in visita all’Urbe, tuttavia, non avrò discaro mostrarvi in quale modo sono solita evocare le comuni conoscenze: sufficit che teniate accanto a voi una reliquia e tosto mi vedrete apparire.
In volo radente e a cavallo di una scopa. :)

Anonimo ha detto...

Certo che fate proprio un bel quadretto... :))
L. (quello maschio)

Anonimo ha detto...

Ignazio di Loyola, Esercizi Spirituali, regola numero 6: “Lodare le reliquie dei santi, venerandole e pregando questi ultimi: lodando il far stazioni, i pellegrinaggi, le indulgenze, i giubilei, le crociate e l’accender candele nelle chiese.”

La maggior parte dei devoti ignora le vere ragioni per le quali Ignazio si dispose alla stesura della succitata regola. Nè ciò deve stupire, poichè solo recentemente si è riusciti a far luce sulla vicenda, grazie al ritrovamento di un codice manoscritto che illustra il tormentato percorso di Ignazio verso la santità.
Durante i trascorsi a Pamplona, il pio uomo conobbe tale Ciquitiña, giovine casta e timorata di Dio, che lo instradò verso la vita religiosa. Per tacita riconoscenza, Ignazio la portò con sè nella Serenissima. Ma Ciquitiña, dopo aver visto gli sfarzi veneziani mettere a dura prova la mortificazione della vanità femminile, diventò vieppiù insofferente alla vita da perpetua.
- Ignacio, querido, que passa? El borsèo està vàcuo, - ripeteva contrariata, in una strana mescidanza idiomatica ispano-veneta.
- Nequaquam vacuum, - rispondeva lui, che pur essendo bilingue si esprimeva in latino nel disperato tentativo di soggiogare psicologicamente la donna.
- Ignacio! No tenìmos sgheos, malasuerte! – insisteva Ciquitiña, che proveniva dai quartieri popolari.
E fu così che Ignazio, sia pure obtorto collo, pensò di rimpinguare le casse ecclesiastiche mediante adeguata sponsorizzazione di crociate e indulgenze.
Ciò dimostra che dietro un grande uomo, c’è sempre una grandissima buona donna :)
I.