domenica, marzo 06, 2005

Dio e Sanremona

Penso che, per motivi incomprensibili (del resto lo dice la Bibbia: “i miei pensieri nono sono i vostri pensieri…” etc), a Dio piaccia il festival di San Remo.
Se c’era una edizione che poteva creare nel pubblico (popolo) italiano disgusto ed avversione per la manifestazione “canora”( cioè “da cani”)era quella del 2005.
Tra papi moribondi, presentatori morti, ostaggi impallinati e commozioni e italici furori di fronte al ritorno di feretri sul suolo patrio;
solo l’intelligente sensibilità di Paolo Bonolis è riuscito far passare la premiazione della 'canzone regina' come l’aulica manifestazione di un cordoglio nazional popolare.

Ad Ambra Angiolini in Renga và il premio di donna dell’anno.
Ella, nel suo cantuccio televisivo,ha trepidato per le sorti dell’uomo suo, e nell’ora della vittoria ha resistito di fronte a chi la pressava per raggiungere al centro della scena il Boccoluto consorte.
Ambra irremovibile nel suo ruolo di femmina devota del suo uomo e padrone,è rimasta nell’ombra, conscia della proria potenza circea di poter trasformare la soddisfazione per l’importante traguardo raggiunto da un giovane cantante bresciano - che solo alza il pegno della vittoria - nel rancore per il passare alla storia come “il marito di Ambra” che vinse il festival del 2005.
L’ho sempre detto che solo grazie alle donne rimangono unite le famiglie.

E l'osservazione perde qualsiasi vena ironica quando vedi una quarantenne madre di due adolescenti che nel gelo della notte accoglie un marito che non c'è più

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