venerdì, settembre 16, 2005

Pacs sit cum omnibus vobis /3

«C’è scritto ‘famiglia non tradizionale’, e a Mantovano non va giù

…“Le unioni di fatto non si possono ignorare, i problemi vanno risolti e il modo esiste, ma basta esaminare le proposte di legge in materia di Pacs per capire che vogliono imporre un modello alternativo di famiglia, non è ammissibile”.

Alfredo Mantovani, sottosegretario all’Interno, cattolico, ha letto con attenzione la proposta di Franco Grillini, “quella supportata dal maggior numero di firme del primo partito di centrosinistra, compresi Violante, Fassino e D’Alema: non vi ho trovato tanto la risposta ad una serie di esigenze concrete, quanto piuttosto l’individuazione di un tipo di convivenza che viene vista come modello alternativo di faniglia.

Grillini teorizza esplicitamente e poi disciplina una ‘famiglia non tradizionale’, ma è un’impostazione inaccettabile perché ci si muove nell’ottica di individuare qualcosa di tipologicamente diverso, non solo rispetto alle fonti del nostro diritto, ma alla nostra tradizione giuridica, che ha visto sempre un unico concetto di matrimonio e di famiglia: un vincolo tendenzialmente permanente in cui ai diritti corrispondono sempre dei doveri”.
Dice Mantovani che il limite principale di questa proposta è che “alla rivendicazione dei diritti non corrispondono un pari numero di doveri”. Lo stesso avviene nelle altre proposte all’esame del Parlamento.

“La proposta di Grillini – spiega Mantovani – prevede di risolvere il rapporto immediatamente, se si è d’accordo, o in tre mesi, un tempo simile alla disdetta di un allaccio telefonica, tanto che un soggetto, nell’arco della vita, potrebbe tranquillamente stringere decine e decine di rapporti di questo tipo, creando conflitti nei diritti successori, nell’assegnazione dell’assegnazione degli alloggi popolari, riflessi addirittura di ordine penalistico”.
E se venisse fissato un limite temporale oltre il quale non potere rivendicare i diritti (cosa che non si trova in nessuna proposta), tanto varrebbe sposarsi e divorziare: “L’istituto è così anomalo rispetto all’insieme dell’ordinamento che rischia di squilibrarlo in modo irreparabile, creando delle conflittualità di gran lunga superiori rispetto a quelle che oggi esistono”.

Bocciati i Pacs, quindi, che fare?
“ Serve una ricognizione attenta delle questioni che finora sono emerse dalle convivenze: in certi casi le soluzioni sono già state date dalla giurisprudenza, più volte la Corte di cassazione si è occupata di situazioni di fatto: in altri casi le soluzioni potrebbero derivare da decisioni di carattere amministrativo, ad esempio per l’assistenza sanitaria; altre unioni necessitano di novità, di rettifiche normative, benissimo, decidiamoci ad affrontare i singoli casi e le singole situazioni, senza inventarci istituti assolutamente nuovi” (…)

“Nella proposta di Grillini (…) è evidente che l’obbiettivo principale è il riconoscimento come ‘famiglia non tradizionale’ per le coppie gay, e allora mi chiedo se nell’assegnazione di case popolari sarebbe giusto che una coppia di omosessuali fosse posta allo stesso livello di una famiglia, così come la prevede la Costituzione, con figli, perché è quel che succederebbe”… »

(Il Foglio venerdì 16 settembre 2005)

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