venerdì, dicembre 30, 2005

a sagra famìlia

Ovvero:
"Kakà, il cristiano di San Paolo rigorosamente sposato e griffato


Venerdì 23 dicembre nella Chiesa evangelica “nata a nuova vita in Cristo” del quartiere Cambuci di San Paolo il signor Ricardo Izecson do Santos Leite ha sposato la signora Caroline Celico, figlia della signora Rosangela Lyra, amministratore delegato della filiale brasiliana di Christian Dior.
“I giornali di cronaca rosa”, ha tenuto a precisare il signor Diogo Kotscho, addetto stampa dello sposo, “avevano creato la falsa aspettativa di nozze da mille e una notte. Invece, c’era sì tanta gente, ma tutto si è svolto all’insegna della massima semplicità, della Bibbia e del gospel”.
Non a caso Ricardo, convinto assertore della verginità preconiugale, aveva detto di aver scelto la sposa “perché è una persona che piacerebbe anche a Gesù”.
“Se Deus è brasileiro, o Papa è carioca”, disse scherzando Giovanni Paolo II a un’assemblea festante durante la sua visicorrenteta in Brasile. E se il calcio è, assieme al cristianesimo nelle più svariate forme, il collante che tiene unita una nazione grande come un continente, Dio deve necessariamente amare il pallone, guardare dal cielo le partite, se non tutte, almeno i big match e nel profondo tifare per il Ricardo.
In Italia lo amano per le magie da extraterrestre del pallone, in Brasile lo venerano come extraterrestre perennemente in bilico fra le serpentine terrene e quelle del cielo.

Il signor Ricardo, che a 17 anni aveva rischiato di rompersi l’osso del collo cadendo a testa in giù sul fondo di una piscina, è una delle icone dell’universo pentecostale che ruota attorno al cattolicesimo brasiliano.
Un’icona trasversale, che sovrasta le diatribe delle frammentazioni settarie, nonostante abbia, come tutti, un suo specifico, ovvero i modelli di vita e di fede propagandati dalla Igreja Renascer em Cristo, una corrente ecclesiale, che si ispira alla tradizione e al rigore più assoluti.
Un’icona perfetta, con quella faccia da bravo ragazzo cosmopolita e il pedigree borghese. Un’icona, di cui non esistono fotografie, mentre bambino a torso nudo palleggia davanti alla propria favela, come è avvenuto per Ronaldinho, ma che è nata a Brasilia e ha conosciuto la Bibbia nel più bel quartiere di San Paolo, Perdizes, prima di trasferirsi in quello esclusivo per eccellenza di Morumbi.
Narrano le cronache che il signor Ricardo Izecson do Santos Leite indossasse un abito grigio di Armani, della cui linea Jeans è testimonial.
Il padre Bosco, ingegnere civile, era in blu come il fratello minore Rodrigo, anch’egli a tempo perso calciatore. La madre Simone, insegnante di matematica, aveva scelto un lungo in satin d’oro.

La sposa, che appena maggiorenne faceva nell’occasione il suo ingresso ufficiale in società,era fasciata in un abito bianco, che le lasciava
scoperte le spalle. “Era meravigliosa”, ha detto un ospite all’agenzia Reuters.
C’erano l’allenatore della nazionale brasiliana Carlos Alberto Parreira, i colleghi calciatori Seedorf, Dida, Cafu, Serginho, Ronaldo, Robinho, Julio Baptista, Roberto Carlos, il direttore generale del Milan Ariedo Braida, il talent scout Leonardo. C’era persino il prefetto di San Paolo. Tutti a cantare e lodare il Signore.

In aggiunta ai testi sacri, il coro ha intonato una canzone scritta da Ricardo per la moglie. I coniugi si sono poi trasferiti in elicottero all’Hotel Hyatt, dove si è tenuta la festa. Assolutamente off limits per fotografi, giornalisti e cineoperatori.
Il matrimonio è sacro per tutti. Figuriamoci per gli adepti della Igreja Renascer em Cristo.
Gesù non l’avrebbe perdonata al Ricardo.
Il signor Ricardo ci tiene molto al suo nome, ma è più noto come Kakà."

(Il Foglio , martedì 27 dicembre 2005)

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