domenica, febbraio 26, 2006

Sacra Conversazione


Ovvero: Il grido di dolore di Paolo Flores D'Arcais:
"Zapatero, mio Zapatero -ti supplico!- dimmi qualcosa di anticlericale"

"Presidente Zapatero, lei crede in Dio? Presidente Zapatero, la chiesa cattolica è compatibile con la democrazia? Ah sì? Ne è proprio sicuro?
Presidente Zapatero, le rifaccio la domanda: non ci sono pulsioni antidemocratiche da parte della chiesa? No? Presidente Zapatero, la prego, non crede che se la chiesa cattolica prendesse il potere farebbe dei suoi dogmi morali la legge dello stato? Presidente Zapatero, insisto, dica qualcosa di anticlericale.
Paolo Flores d’Arcais, alla fine, ma molto alla fine dell’intervista sull’ultimo numero di Micromega, si è rassegnato. José Luis Rodríguez Zapatero, presidente pop star, simbolo della modernità, della libertà, della laicità, del mondo a colori forti di Almódovar, non ha detto niente contro la chiesa cattolica, niente contro
le posizioni che Flores d’Arcais definisce “preconciliari”, niente contro le manifestazioni dei vescovi che il direttore di Micromega vorrebbe, in nome della democrazia, vietare, abolire, punire.
“No, sinceramente no… Hanno diritto di manifestare la propriapropria opinione. Un totale diritto”, ha risposto seccamente Zapatero, il dio delle minoranze, l’idolo delle lesbiche, il re delle provette. E ha aggiunto: l’idea della dottrina cattolica, di una legge naturale al di sopra delle leggi che si danno gli uomini, è “un’idea rispettabile”, come sono rispettabili coloro che decidono di esternare o addirittura di fare bandiera delle proprie convinzioni religiose personali.
Era un dialogo sulla laicità, Flores d’Arcais sperava di ricavarci una dichiarazione di guerra alla chiesa, o almeno il lamento scandalizzato per le ingerenze del pensiero cattolico nel mondo dei vivi. Non è andata così, nonostante le sterminate e insistite domande, nonostante la fantasmagorica immagine offerta da Micromega di un improvviso golpe chiesastico che imporrà un giorno la propria “sharia”."
Così commentava compiaciuto Giuliano Ferrara in un suo editoriale sul FOGLIO di sabato 25 febbraio 2006


Zapatero non è stato certo folgorato sulla via di Damasco, ma forse sulla via di Valencia, si.
Sono già iniziati, infatti i preparativi per il raduno mondiale delle famiglie cattoliche che si terrà a Luglio in Spagna e che vedrà per l'occasione il Sommo Pontefice "ccioiosamente" regnante mettere piede, ma soprattutto "mettere bocca" a Zapaterolandia.

Giunto nel mezzo del cammin del suo Governo, Luìs Rodriguez Zapatero dopo aver promosso quelle leggi "modernizzatrici" contenute nel suo programma elettorale, forse è stanco di giocare a fare il dissacratore di Dio, della Patria e della famiglia, e, per non perdere quote di quell'elettorato un poco perplesso per qualche arditezza, non ci tiene proprio acchè la pioggia di fuoco e zolfo che in lingua castigliana (!) Papa Ratzinger invocherà contro gli stupratori del concetto di famiglia naturale, colpisca pure lui.

Trovo assai ingenuo che persone che si considerino intellettuali di chiara fama non capiscano che un politico, anche il più anticlericale, non può dichiarare "papale-papale" di essere contrario alle pubbliche manifestazioni degli ecclesiastici e dei fedeli cattolici per protestare contro l'operato del Governo.
Se Zapatero manifestasse (troppa) durezza contro le proteste cattoliche potrebbe apparire uno che cerca di imporre il pensiero di una minoranza imbavagliando la maggioranza del paese. Invece Zapatero vuol presentarsi, dopo aver fatto quello che ha fatto, come il servitore della volontà del Popolo spagnolo (come si suol dir: "vox populi vox Dei"), e che le libere, democratiche e civilissime proteste dei preti e dei baciapile nulla hanno potuto perchè la Chiesa cattolica in Spagna è ormai una (assai folkloristica) minoranza.

Zapatero comprende forse che alla lunga non paga apparire quale paladino di una fazione ma che è bene ritagliarsi il santino di Presidente del Consiglio "super partes" che ha solamente dato ciò che gli spagnoli chiedevano a gran voce. Zapatero tenta, perciò, di attribuire al proprio operato politico una bislacca interpretazione di quel motto "unicuque suum" che al Vaticano tanto agrada, al fine di lavarsi le mani prima che, durante il V Incontro Internazionale delle Famiglie, Papa Ratzinger cerchi di buttargli la croce addosso.

Aurora della "nouvelle vague" della politica ecclesiastica di Zapatero è stata venerdì, 17 febbraio 2006 la visita del Ministro degli Esteri spagnolo, Miguel Ángel Moratinos, al Cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato.

“Nel corso del cordiale incontro sono stati passati in rassegna diversi argomenti riguardanti i rapporti bilaterali ed altri problemi attinenti la vita della Chiesa in Spagna nell’attuale situazione”,ha spiegato il comunicato ufficiale.

La visita, si aggiunge “ha permesso uno scambio di vedute sulla situazione internazionale, particolarmente su Medio Oriente ed America Latina”.

“Il Signor Ministro ha assicurato la più ampia disponibilità del Governo di Spagna ad accogliere il Santo Padre nella sua visita a Valencia, nel prossimo mese di luglio, in occasione del V Incontro Internazionale delle Famiglie”.
Moratinos ha invitato “la Santa Sede ad appoggiare l’iniziativa del Governo spagnolo per Una Alianza de Civilizaciones entre el mundo occidental y el mundo árabe y musulmán”.

Il signor ministro Moratinos si è dimostrato assai possibilista sulla conciliazione delle diatribe economico-giuridiche che angustiano, a causa delle proposte di legge del Governo Zapatero, i rapporti Stato-Chiesa; ma il ministro fà intravedere una rosea soluzione ed incoraggia tra le parti “uno spirito costruttivo”.

Per quanto riguarda la nuova Legge sull’Istruzione promossa dal Governo socialista, il Ministro degli Esteri ha dichiarato che i rappresentanti della Santa Sede, “hanno apprezzato gli sforzi del Governo per giungere ad un accordo con la Chiesa”, ma “mi hanno detto che ci sono molti punti di divergenza che devono essere migliorati”.
Ha anche rivelato che il nuovo Statuto del Cooperante elaborato dal Governo socialista “riconoscerà l’opera dei religiosi e delle religiose” che hanno svolto e svolgono il loro lavoro in tema di immigrazione.
Secondo il Ministro: la Chiesa ha cooperato nella creazione del tessuto sociale della Spagna [Ma dai!?Non lo avrei mai sospettato!], in riferimento alle varie opere sociali svolte dalle organizzazioni cattoliche e dalle congregazioni religiose.

Il Governo spagnolo ha fissato un altro incontro per dopo la Settimana Santa della vicepresidente Teresa Fernández de la Vega con rappresentanti vaticani per continuare nel percorso che Moratinos ha definito “una nuova direzione in uno spirito di volontà di dialogo e di lavoro insieme”.

Miguel Ángel Moratinos ha riassunto la nuova direzione del Governo Zapatero nei confronti della Chiesa che prevede l'intensificazione dei contatti (che quindi si auspicano il più cordiali possibili) in duplice prospettiva "ad intra" e "ad extra": cioè avere un rapporto frequente tra Stato spagnolo e Santa Sede e “mantenere e intensificare” i rapporti con la Conferenza Episcopale Spagnola.

Che dire a "consolamentum" di Flores D'Arcais?
Se son rose nel pugno...sfioriranno

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