sabato, aprile 08, 2006

Via Crucis [3]



Venne il Verbo divino nel mondo a prendere carne umana per farsi amare dall'uomo, onde venne con tanta fame di patire per nostro amore che non volle perdere momento in principiare a tormentarsi, almeno coll'apprensione.

Appena fu conceputo nell'utero di Maria egli si rappresentò alla mente tutt'i patimenti della sua Passione, e per ottenere a noi il perdono e la divina grazia, si offerì all'Eterno Padre a soddisfare per noi colle sue pene tutti i castighi dovuti ai nostri peccati; e fin d'allora cominciò a patire tutto ciò che poi soffrì nella sua amarissima morte.

- Ah mio amorosissimo Redentore, ed io finora che ho fatto, che ho patito per voi? Se io per mille anni tollerassi per voi tutti i tormenti che han sofferti tutti i martiri, pure sarebbe poco a confronto di quel solo primo momento nel quale voi vi offeriste e cominciaste a patire per me.

Patirono sì bene i martiri gran dolori ed ignominie, ma le patirono solo nel tempo del loro martirio. Gesù patì sempre fin dal primo istante del suo vivere tutte le pene della sua Passione, poiché fin dal primo momento si pose avanti gli occhi tutta l'orrida scena de' tormenti e delle ingiurie che dovea ricevere dagli uomini. Ond'egli disse per bocca del profeta: Dolor meus in conspectu meo semper (Ps. XXXVII, 18).
(...)
Iddio per sua pietà usa con noi di non farci sapere prima del tempo destinato a patire, le pene che ci aspettano.
Se ad un reo ch'è giustiziato su d'una forca gli fosse stato rivelato sin dall'uso di ragione il supplicio che gli toccava, sarebbe stato mai egli capace d'allegrezza? Se a Saul dal principio del suo regnare gli fosse stata rappresentata la spada che lo dovea trafiggere; se Giuda avesse preveduto il laccio che dovea soffocarlo, quanto amara sarebbe stata la loro vita?

Il nostro amabil Redentore sin dal primo istante del suo vivere si fece sempre presenti i flagelli, le spine, la croce, gli oltraggi della sua Passione, la morte desolata che gli aspettava. Quando mirava le vittime che si sagrificavano nel tempio, ben sapea che tutte erano figura del sacrificio ch'esso, Agnello immacolato, dovea consumare sull'altar della croce. Quando vedeva la città di Gerusalemme, ben sapea che ivi dovea lasciar la vita in un mar di dolori e di vituperi. Quando guardava la sua cara Madre, già s'immaginava di vederla agonizzante per lo dolore a piè della croce, vicina a sé moribondo.

- Sicché, o Gesù mio, la vista orribile di tanti mali in tutta la vostra vita vi tenne sempre tormentato ed afflitto prima del tempo della vostra morte. E voi tutto accettaste e soffriste per mio amore.

La vista solamente, o mio Signore appassionato, di tutt'i peccati del mondo, e specialmente de' miei, co' quali già prevedevate ch'io avea ad offendervi, fé che la vostra vita fosse più afflitta e penosa di quante vite vi sono state e vi saranno. Ma oh Dio, ed in qual barbara legge sta scritto che un Dio ami tanto una creatura e che dopo ciò la creatura viva senza amare il suo Dio, anzi l'offenda e disgusti? Deh, Signore, fatemi conoscere la grandezza del vostro amore, acciò non vi sia più ingrato. Oh se v'amassi, mio Gesù, se v'amassi da vero, quanto dolce mi sarebbe il patire per voi!

A Suor Maddalena Orsini che stava da lungo tempo con una tribulazione, apparve un giorno Gesù in croce e l'animò a soffrirla con pace. La serva di Dio rispose: “Ma, Signore, voi solo per tre ore siete stato in croce, ma per me sono più anni che soffro questa pena.” Allora le disse rimproverandola Gesù Cristo: “Ah ignorante, che dici? Io sin dal primo momento che stiedi in seno di mia madre, soffrii nel Cuore quel che poi in morte tollerai sulla croce.”

(S.Alfonso de Liguori; Amore delle Anime)

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