sabato, dicembre 02, 2006

Carenza di Bosforo /1

Sive: "Et vidit aquam egredere de Templo a latere dextro"



La giornata del 30 settembre con i suoi appuntamenti altamente simbolici è stata la vera grande giornata del viaggio papale in Turchia. C'erano spunti per scrivere pagine e pagine di giornale e per costringere i telegionali ad aprire con lunghi servizi corredi dalle sontuose immagini della liturgia bizantina, della calda ieraticità di Santa Sofia e della fredda maestosità di Sultanhamet (più nota agli infedeli come "la Moschea Blù").

Al confronto l'appuntamento del mattino dopo appariva come una qualsiasi messa in qualunque parrocchia romana. C'era tutto l'episcopato cattolico di Turchia, c'erano i capi delle chiese sorelle, in primis il Patriarca Ecumenico che durante la messa ha scambiato l'abbraccio di pace col Papa, ma il fatto non poteva fare gran che sensazione essendo l'opinione pubblica già satura degli abbracci, baci, e reciproche cortesie scambiatesi solo il giorno precedente dai due sommi gerarchi!

Bisogna poi essere un pio fedele introdotto allo "spirito della liturgia" per trovare interesse al fatto che nella cattedrale latina di Istanbul, dedicata allo Spirito Santo, Benedetto XVI abbia celebrato la messa votiva dello Spirito Santo in una cerimonia che ha evidenzato la compresenza di più riti nella comunità cattolica turca. Accanto al latino (usato nella consacrazione eucaristica mentre il resto della messa è stata celebrata in francese), gli armeni hanno cantato il «Sanctus»; i caldei il salmo responsoriale e il canto di offertorio in lingua aramaica, mentre in rito siriaco si è svolta la proclamazione del Vangelo.

In soccorso dei giornalisti, e del loro lavoro, è venuto in contro lo stesso sedici volte Benedetto che ha compiuto un ulteriore gesto simbolico a favore di telecamere liberando nell'azzurro cielo stanbuliota tre candide colombe.
Poi alla fine della messa ha chiesto scusa alla popolazione per il disturbo causato dai suoi spostamenti tra una sponda e l'altra del Corno d'Oro:
"Alla fine vorrei ringraziare l'intera popolazione di Istanbul e delle altre città della Turchia per la cordiale accoglienza che mi è stata ovunque riservata. Il mio ringraziamento è ancor più sentito e profondo, perché so che la mia presenza in questi giorni ha creato non pochi disagi allo svolgimento della vita quotidiana della gente. Grazie di cuore anche per la comprensione e per la pazienza dimostrata."

I cronisti potevano ritenersi soddisfatti ma c'è stato qualcuno -col senno di poi non ho fatto caso se era un inviato della Rai o di Mediaset- che si è avventurato in un commento dell'omelia papale. Secondo il giornalista televisivo il papa nella sua omelia avrebbe fatto un appello per il problema della mancanza dell'acqua.

Sinceramente ho pensato alla volontà papale di manifestare un segno di vicinanza al problema dell'approvigionamento idrico che affligge un pò tutte le popolazioni del medioriente e che si sia voluto associare alle manie ecologiste di Bartolomei I che con tutti i suoi simposi organizzati in difesa dell'ambiente si è guadagnato il nomignolo di "Patriarca verde".

Poi sono andato a leggermi l'omelia e con divertito raccapriccio ho individuato il qui pro quo.
BenedettoXVI rivolgendosi alla sparuta comunità cristiana che vive immersa in un mare islamico ha incoraggiato a mantenere viva la fede in Gesù Cristo: "E’ lui la sorgente della nuova vita che ci è donata dal Padre, nello Spirito Santo. Il Vangelo di san Giovanni l’ha appena proclamato: “Fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno”. Quest’acqua zampillante, questa acqua viva che Gesù ha promesso alla Samaritana, i profeti Zaccaria ed Ezechiele la vedevano sorgere dal lato del tempio, per rigenerare le acque del Mar morto: immagine meravigliosa della promessa di vita che Dio ha sempre fatto al suo popolo e che Gesù è venuto a compiere."A questo punto segue immediatamente il passo "incriminato":
"In un mondo dove gli uomini hanno tanta difficoltà a dividere tra loro i beni della terra e dove ci si inizia a preoccupare giustamente per la scarsità dell’acqua, questo bene così prezioso per la vita del corpo, la Chiesa si scopre ricca di un bene ancora più grande."

Si ripropone, anche se in modo indolore, la difficoltà dei Mass Media di riportare limpidamente anche il messaggio meno accademico di Papa Ratzinger.

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