mercoledì, dicembre 20, 2006

CASTRUM DOLORIS, III



"E' una presenza che trovo rispettosa di credenti e non credenti e anche di una storia del Paese e della sua cultura religiosa e popolare". Così si è espresso Fausto Bertinotti inaugurando il presepe della Camera dei deputati che la terza carica dello Stato ha voluto porre in bella mostra all'ingresso di palazzo Montecitorio per far vedere che i comunisti ancorchè assurgano allo scranno più alto di Montecitorio non mangiano i bambini ne tantomeno i bambinelli.

Nel cortile interno, invece, è stato allestito l'albero di Natale: "Mi paiono due cose ben riuscite, eleganti e sobrie allo stesso tempo" ha commentato Bertinotti.

Il presepe è in stile napoletano, con personaggi in terracotta abbigliati alla foggia del '700. Si tratta di un prestito fatto alla Camera da una collezionista, la signora Adelma Rita Giani.
La sacra famiglia, circondata da pastori, pecore e una colomba, si trova al centro di un tempio antico, e non in una grotta, secondo quello stile napoletano che vuole cosi' rappresentare l'avvicendamento tra paganesimo e cristianesimo.

Ciò per cui aveva fatto notizia il presepe di Montecitorio era la mancanza del bue e dell'asinello con l'ingiustificabile giustificazione data dalla proprietaria del presepe che: ''Nel Vangelo non c'è scritto esplicitamente che ci fossero il bue e l'asinello''. L'ulteriore inutile tributo pagato al politically correct!

Invece l'artistico manufatto è assurto a maggior gloria mediatica mercè la provocazione di due deputati della "Rosa nel Pugno", Bruno Mellano e Donatella Poretti, che hanno posto due Barbye lesbiche e due gaii Ken accanto al Divino Infante. Le due coppie postmoderne a guisa dei pastorelli settecenteschi non si sono presentati certo a mani vuote davanti a Gesù Bambino ma hanno "donato" alla Sacra Famiglia dei cartelli indicanti la loro richiesta di costruirsi una famiglia non sacra.

Subitamente i cattolicissimi onorevoli si sono ammantati di sacro zelo (non per la Casa di Dio ma per la greppia Sua!) lamentando l'affronto e l'offesa ai "valori" cattolici e alla "sensibilità" dei cattolici.

Evincerei da ciò che del Bimbo Gesù nessuno si sia veramente preoccupato (forse perchè non ha l'età per votare) ma si sia pensato alla reazione dei cattolici. Similmente anche i "rosapugnisti" ben poco si sono preoccupati di sottoporre la loro preghiera a colui che disse "senza di me non potete far nulla" ma hanno usato la Vergine Madre e il suo castissimo sposo abbigliati in settecentesche granaglie per fare un bambinesco dispettuccio al Vaticano.

Se non fosse per l'esplicita volontà blasfema dei radicali non troverei nulla di teologibamente esecrabile nella presenza di lesbiche e affini incamminati verso la mangiatoia. Non trovo teologicamente strano un gay nel presepio più del pastorello venditore di porchetta poichè il Salvatore venne per tutti. Il sostrato teologico che anima il presepe napoletano del settecento è infatti la vivissima percezione del mistero dell'Incarnazione. "La Luce venne nelle tenebre", Dio si è fatto carne, il Creatore del mondo è sceso corporalmente nel mondo: in "questo" mondo, nel mio mondo fatto di pescivendole e damine che perdono tempo a specchiarsi; di uomini panciuti che passano le giornate all'osteria... e di gay che passano il tempo a fare manifestazioni sui pacs.

Giorni addietro hanno fatto scandalo a Bologna le statuine di Moana Pozzi e di Prodi in un presepe, anni addietro Osama Ben Laden. A parte il fatto che non ricordo se Ben Laden fece scandalo perchè si trovava presso la mangiatoia invece che stare nel Palazzo di Erode, io mi scandalizzo per quei buoni cristiani che nonostante aver ascoltato tante prediche (o forse per questo?) non s'accorgono dell'autentico "scandalo": cioè l'Incarnazione.
Gesù Cristo è nato per tutti ( o come oggidì gli esegeti amano tradurre: per "i molti")!

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