sabato, gennaio 13, 2007

CASTRUM DOLORIS, IV



Ovvero: Il binario per l'Inferno è lastricato di buone intenzioni.

"Sono le due steli inaugurate sabato 23 in occasione della dedicazione della stazione Termini a Giovanni Paolo II: un altro esempio concreto, tangibile, dell’amore di questa città per il Papa che le ha riservato sempre un posto speciale nel suo cuore." Così veniva spiegato nell'incipit di un articolo di "Roma-Sette" ,l'inserto dell'Avvenire, del 27 dicembre 2006.

Nelle stesse ore non si facevano attendere le reazioni indignate della Rosa nel Pugno e della sinistra radicale dei DS capitolini e delle associazioni anticlericali. Ecco un esempio della loro bella prosa: "Approfittando delle feste natalizie e dello sciopero dei giornalisti, con un colpo di mano che non ha precedenti, il Sindaco Veltroni ha organizzato una cerimonia-blitz per intitolare la Stazione Termini a Giovanni Paolo II.
I Radicali di Sinistra - www.radicalidisinistra.it - condannano la scelta di Veltroni che, in un solo colpo, si è allineato al clima di confessionalismo e di opportunismo verso la Chiesa cattolica ed ha ignorato le migliaia di contestazioni che erano state sollevate, mesi fa, all'annuncio dell'iniziativa.
Per i Radicali di Sinistra la pretesa di intitolare al papa Giovanni Paolo II la stazione Termini è una grave ferita al carattere laico e plurale di Roma, che solo in minima parte si riconosce nella figura del Papa defunto; sarebbe stato preferibile che la stazione centrale della Capitale italiana venisse intitolata ad un grande profilo della cultura e della civilità italiana verso il quale tutta la Città potesse identificarsi, non ad un capo religioso. Con questa scelta, Veltroni ha svenduto l'immagine di Roma per agevolare la sua corsa verso Palazzo Chigi, anticipando che una sua futura guida del Centrosinistra sarà in ogni caso all'insegna di un reverenziale servilismo nei confronti delle gerachie vaticane e di irrispettosa indifferenza per ogni convinzione che non sia quella cattolica."

E Amen.

Dopo aver invitato gli "Illuministi" romani a protestare nel forum del Comune di Roma, è stato annunciato un sit-in di protesta all'interno della Stazione Termini per la mattina di sabato 13 gennaio per informare gli ignari viaggiatori della deriva clericale -anzi, visto il luogo: del "deragliamento clericale"- di cui erano inconsapevoli vittime!
Meditate: migliaia di cittadini italiani e straniei costretti a vedere frustrate le proprie convinzioni, a veder schiacciata da una oscurantista iscrizione la propria libertà di coscienza ogni qual volta dovevano scendere e salire da un treno!
Che pena!

Ma il buon Veltroni, ha saputo dissolvere ogni protesta chiarendo il qui pro quo: la stazione Termini semplicemente non è mai stata dedicata a Giovanni Paolo II.

La manifestazione tanto rumorosamente annunciata è stata perciò annullata e l'accaduto ha dato la possibilità agli ex manifestanti di riaffermare la lealtà dei DS nei confronti di Walter Veltroni e della compattezza di ideali con cui la Sinistra si dedica al buon governo dell'Urbe.


I democratici di Sinistra, i Radicali e ogni specie e sottospecie di laicisti potrà, perciò, prendere tranquillamente il treno senza rimanere più (troppo) turbato da quelle "inquitanti" scritte. Comunque bisogna ammettere che le loro (ridicole) paure un fondo di verità dovevano pur averle!

La mattina del 23 dicembre 2006 alla presenza delle autorità civili e religiose si è svolta nella stazione Termini di Roma una cerimonia che è stata universalmente interpretata come la dedicazione della maggiore stazione ferroviaria di Roma e d'Italia al papa polacco di santa memoria.
Forse nel clima buonista crato dalle luci, dagli addobbi e dal suono delle zampogne, i partecipanti all'evento sono caduti vittima di un incantamento? Eppure, se travisamento dell'operato di Veltroni c'è stato, c'è da incolpare soltanto il piissimo "Uolter" che ancora "corpore insepulto" si era espresso favorevolmente per dedicare la stazione Termini al defunto papa Wojtyla.
Infatti,nella commemorazione ufficiale organizzata il 5 Aprile 2005 nella sala Giulio Cesare (sede del governo capitolino) il sindaco Walter Veltroni annunziò di voler procedere presso le Ferrovie dello Stato affinché la principale stazione ferroviaria della capitale fosse dedicata a Giovanni Paolo II: cosa poteva fare la città di Roma per manifestare l'affetto e la stima per Giovanni Paolo II, il grande papa viaggiatore, se non dedicargli lo scalo ferroviario principale dell'Urbe?

Si vede però che nel frattempo Veltroni, passata la commozione del momento, si è accorto che si può continuare a vivere anche senza Karol Wojtyla e che i pellegrini e i turisti comprano i biglietti per Roma-Termini per venire a veder il papa anche se si tratta di Joseph Ratzinger, perciò il sindaco di Roma ha così chiarito "l'equivoco":
"Il nome di Giovanni Paolo II, dal 23 dicembre compare in due steli che si trovano nell'interno della stazione. La cerimonia che si è svolta quel giorno non è stata dunque una intitolazione, per il semplice motivo che la stazione continua a chiamarsi così, "Termini", con il nome che evoca la storia millenaria di Roma, che ormai fa parte dell'identità della città e della consuetudine di milioni di persone."

Le iscrizioni perciò non sono delle scritte dedicatorie dell'edificio in cui si trovano, ma "solo" delle stele: delle stele funerarie, dei cenotafii alla memoria di Giovanni Paolo II eretti dalla giunta capitolina per manifestare l'affettuoso ricordo della multietnica, multiculturale e multireligiosa metropoli per una grande personalità che con la sua presenza ventisettennale nell'Urbe ne ha arricchito la pluralità culturale e religiosa.
La stazione Termini pertanto non è stata mai intitolata a Giovanni Paolo II, e Veltroni sembra quasi chiedersi come sia stato possibile che sia stata messa in giro una simile diceria.

Perchè allora i "dolmen" dedicati a papa Wojtyla sono stati posti dentro Termini e non fuori o in qualunque altro posto della Città Eterna, magari in Via della Conciliazione?
Domanda ingenuamente retorica: quale posto con un maggior afflato simbolico avvrebbe potuto scovare l'amministrazione capitolina per issare un catafalco al grande papa dei viaggi internazionali, dell'incontro tra le fedi e le culture, se non la Stazione Termini?

L’architetto, ideatore e progettista, Roberto Malfatto così parla delle due creazioni: “L’ispirazione è nata dalla semplicità e dal rigore che Giovanni Paolo II esprimeva, ma anche dall’innalzamento verso il cielo. Abbiamo, quindi, pensato ad un oggetto che si innalzasse verso il cielo, che avesse un coronamento particolarmente significativo e particolarmente ricco. Una forma semicircolare, che in qualche modo evoca – secondo noi – delle immagini legate anche all’iconografia ecclesiastica".

Le stele sono entrambe alte 12 metri e recano la (forse) poco equivocabile iscrizione “Stazione Termini-Giovanni Paolo II”.

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