mercoledì, gennaio 10, 2007


RINTRONATI PATOLOGICI

Ovvero:
Io confesso di non fare i salti di gioia (come alcuni "cattolici romani") per la riutilizzazione di un trono papale "sponsor by" Leone XIII, nè tantomeno dolermene, lagrimando, per un presunto tradimento dello "spirito conciliare".
Il fatto è che il trono c'è e, pur avento più di un secolo sul "groppone" (anzi sullo schienale), è in ottime condizioni, giacchè sarà sembrato un peccato (veniale, intendiamoci, ma pur sempre "davvero un vero peccato!") che marcisse in un angolo dell'apparamento nobile. Benedetto XVI, e quelli che lo servono, sono bavaresi e perciò hanno grande familiarità con l'ebanistica baroccheggiante che sommerge il mobilio ecclesiastico intagliato in onde ricciolute placcate d'oro e di smalti.

E' da ricordare ai turbati che vedono in queste "novità" i sintomi di una temuta "Restaurazione" o agli euforici che attendono a breve il ripristino dei flabelli e della sedia gestatoria, del fanone e del bacio della sacra pantofola, che un vero cattolico tradizionalista dovrebbe più che rallegrarsi per il recupero di un pezzo da museo lamentarsi e sempre lamentarsi, per l'eliminazione del triregno dallo stemma pontificio e per l'abdicazione del titolo di Patriarca d'Occidente: decisioni entrambe veramente e profondamente demagogiche!

Nel caso del rispolvero del trono con gli angioletti dorati trattasi perciò di accademica questione da risolversi tra arredatori d'interni: nell'Aula Nervi stà bene la bianca poltrona dai grandi braccioli bianchi, mentre nella Sala Regia stà bene il tronetto dorato con tanto di predella di tessuto scarlatto.
Giovanni XXIII che su quel medesimo trono fu incoronato non è forse la bandiera di ogni preteso e pretestuoso progressismo ecclesiale?
E Paolo VI, che cambiò la tappezzeria rossa da pareti, pavimenti e poltrone per sostituirla con più ascetici (ma ugualmente costosi)damaschi bianchi, non è per la maggior parte dei contemporanei un papa di un lontano passato al pari di un Paolo V, di un Paolo IV e un Paolo III?

Non vedo quale problema possa fare che un Papa del ventunesimo secolo sia assiso su un trono in stile tardo-barocco -invece delle più austere ma non meno ingombranti (e nemmeno meno costose) bianche poltrone dovute al restiling montiniano- quando invece non fà problema che le pareti, in cui si trova il trono tutto angioli e festoni, sia decorato da affreschi che celebrano il saccheggio della cristianissima Costantinopoli da parte dei veneziani e la mattanza degli ugonotti nella "Strage di San Bartolomeo"; la vittoria contro i Turchi a Lepanto e la vittoria della Lega Lombarda sull'Imperatore Barbarossa costretto, quale segno della sconfitta, a piegare il collo sotto il piede di un soddisfatto Papa Alessandro III: "Papa vere Imperator est".

Post Scriptum: Confesso che m'era sfuggito che, dopo la mozzetta e il camauro bordati d'ermellino e prima del trono, Benedetto XVI (durante l'udienza di mercoledì 6 settembre 2006) ha rimeso in auge il saturnio!

1 commento:

Duque de Gandìa ha detto...

Lo si chiama "Saturnio" proprio poichè la larga tesa che circonda il cappello faceva pensare agli anelli di Saturno.
Che poi l'impressione della Signoria Vostra Pespicacissima intorno al fatto che il "Saturno" del sedici volte Benedetto differisca un poco dal "Saturno" del ventitreesimo Giovanni sembrami esatta.
Parmi che il sedici volte Benedetto abbia eliminato alcuni fiocchetti che impreziosivano il vetusto copricato.
Perchè stupirsene: è arcinoto che Papa Ratzinger sia un formidabile innovatore!

Se mi sbaglio mi corrigerete;)