domenica, ottobre 14, 2007

Diario di un Curato

Ovvero:Cento colpi sui tasti del computer prima di andare a celebrare la messa (a Telepace)


"E’ questo il Papa del mio sacerdozio.
27 anni da prete, con Lui;
guidato da lui
dai suoi insegnamenti;
incoraggiato dalla sua parola;
al suo servizio presso la Curia romana;
amato da Lui.

L’ho incontrato l’ultima volta
lo scorso mese di febbraio:
mi ha guardato,
mi ha accarezzato,
mi ha benedetto.
E’ stato la ricompensa più bella per il libro che ho scritto sul suo Magistero."


Queste, fra le altre, le devote rimembranze di un Monsignore del Vaticano scritte sul proprio "blog" in ricordo di Giovanni Paolo II. Poichè -ebbene si!- anche i monsignori del Vaticano navigano su internet!
Nel XXI secolo anche un Monsignore della Curia Romana può avere l'urgenza di condividere "urbi et orbi" il proprio verbo e, più ancora, trasmettere quello della "Autorità superiore" (e terrena e celeste).
Ancor più giustamente un Monsignore può gestire un blog se il Monsignore in questione è anche un cultore dei mezzi di comunicazione sociale e sull'etica dei mass media:

"L'impegno a comunicare in questo nuovo orizzonte culturale, rimanendo fedele ad un annuncio da consegnare all'uomo di oggi attraverso forme e modalità nuove, sollecita la comunità dei credenti a strutturarsi con più attenzione. Per rispondere coerentemente alle sollecitazioni del suo tempo, infatti, non sono sufficienti estemporanee e pioneristiche iniziative, ma si è nell'urgenza di delineare una pastorale della comunicazione sociale che, dopo tante sollecitazioni magisteriali, ha acquistato una precisa identità, oltre che a rappresentare un nuovo e più preciso obiettivo della Chiesa.
E' tutta la comunità ecclesiale, infatti, soggetto di una pastorale mass mediale, pur nella diversità di ruoli e delle competenze. E così i presbiteri, i religiosi, gli operatori pastorali, gli educatori sono chiamati a rileggere il proprio mandato nella consapevolezza del nuovo contesto culturale, per rendere possibile l'annuncio della fede sulle strade degli uomini."

"l'uso di mezzi di comunicazione così potenti, oggi a completa disposizione dell'uomo, richiede in tutti coloro che ne sono coinvolti un alto senso di responsabilità."

"Dal punto di vista cristiano, gli strumenti di comunicazione sono dei meravigliosi mezzi a disposizione dell'uomo per allacciare, con l'aiuto della Divina Provvidenza, rapporti sempre più stretti e costruttivi fra gli individui e nell'intera umanità".

"Tuttavia, se i media sono chiamati ad essere veicoli efficaci di amicizia e di autentica promozione dell'uomo, essi devono essere canali ed espressione di verità, di giustizia e pace, di buona volontà e carità fattiva, di mutuo aiuto, di amore e comunione. Se i media servano poi ad arricchire o ad impoverire la natura dell'uomo, questo dipende dalla visione morale e dalla responsabilità etica di coloro che sono coinvolti nel processo di comunicazione e di coloro che sono destinatari del messaggio dei media."

Così scrive il Monsignore!

E proprio perchè l'evangelizzazione è il suo mestiere ecco che il Monsignore in questione non solo ha costantemente riprodotto sul proprio blog i discorsi, omelie ed atti del magistero del proprio biancovestito datore di lavoro ma grazie alle sue indubbie capacità dialettiche ha avuto la possibilità di esprimere il frutto del proprio pensiero pernsato intorno a tutto lo scibile umano.
Ovviamente, il suo argomento principe è la spiritualità come ad esempio sabato 02 giugno 2007 quando scrive di star leggendo le opere ascetiche del prossimamente "beato" Antonio Rosmini: "ho voluto “aprire” il libretto delle Massime di Perfezione cristiana che hanno orientato la vita di Antonio Rosmini. Si tratta di sei proposizioni che costituiscono un vero piccolo "manuale del cosa fare per vivere felici in un mondo felice".
Le ho subito fatte mie e intendo condividerle con gli amici di Umanesimo cristiano. Eccole:
1. La Santità: Desiderare unicamente ed infinitamente di piacere a Dio; cioè di essere giusto.
2. La Chiesa: Rivolgere tutti i propri pensieri ed azioni all'incremento e alla gloria della Chiesa di Gesù Cristo.
3. La vocazione: Rimanere in perfetta tranquillità circa tutto ciò che avviene per la divina disposizione; non solo riguardo a sè, ma anche alla Chiesa di Cristo, operando a pro di essa dietro la divina chiamata.
4. La Provvidenza: Abbandonarsi totalmente alla divina Provvidenza.
5. L’Umiltà: Riconoscere intimamente il proprio nulla.
6. Il Discernimento: Disporre tutte le occupazioni della propria vita con spirito di intelligenza.
Niente male come suggerimenti, vero?"

Chiosa devotamente rapito il Monsignore.

Nella Festa dei Santi Pietro e Paolo 2007 si abbandonava alla seguente appassionata difesa d'ufficio:
"Della Chiesa, di solito, noi vediamo l’aspetto umano.
E in questi anni tale aspetto umano è criticato in maniera acerba.
Esso non è nella Chiesa sempre perfetto.
Ha dei difetti, dei limiti, dei caratteri non sempre simpatici, non sempre attraenti. Allora si diventa critici, contestatori, anticlericali, infedeli. L’aspetto umano e storico della Chiesa non attrae. Ci secolarizziamo.
Vogliamo vivere la vita del tempo e non altro.
Ma a bene guardare non è la fede ma la fantasia, forse ammantata di parvenze culturali, a causare questi giudizi.
Invece la realtà è diversa: la Chiesa, sì, è umana, ed ha quindi un suo aspetto sperimentale limitato, difettoso.
Esso può essere talvolta, purtroppo, anche non edificante.
Ma se la guardiamo bene, con gli occhi della sapienza, che il Signore dà ai suoi che hanno ricevuto il Battesimo e la Fede, sappiamo che dietro questa facciata umana c’è una realtà divina che a noi preme di penetrare al di là dei suoi limiti terreni.
La Chiesa è Cristo presente e vivente nella storia
Più che curarci dei suoi difetti visibili, dobbiamo cercare di penetrare nella sua realtà, di vederla trasfigurata, di vedere la sua luce che è splendente come il sole e candida come la neve.
Amate la Chiesa, anche per i suoi difetti, che sono i bisogni che la Chiesa ha."


Ribadisce il concetto in data 21 luglio 2007:
"Papa Benedetto XVI ha una passione segreta: i sacerdoti!
Sono i suoi figli prediletti; li segue con affetto, con trepidazione paterna; con sofferenza se sbagliano; gioisce per i loro traguardi pastorali. Ad essi si è rivolto e si rivolge con parole toccanti e speciali. Ovunque è andato, l’incontro con i “suoi” preti non è mai mancato."
E Poi: "Benedetto XVI conosce il cuore dei preti; sa che fare il prete non è facile. Conosce la fragilità del presbitero nel ministero; ha sempre condannato la caduta, ma ha sempre avuto parole di misericordia per la persona.
Sì: è la misericordia la cifra di questo pontificato! Misericordia che, comunque, mai è stata ed è disgiunta dalla correzione fraterna.
E’ stato ed è questo lo stile evangelico di Papa Benedetto:la misericordia; altro nome dell’amore."


Sull'"arte di amare" il nostro Monsignore, infatti, ne ha scritto ed ampli stralci ne pubblica in un post del 27 giugno 2007:
"Molto spesso si sta con, perché si è incapaci di stare senza.
Ovviamente questo modello di dipendenza non può aiutare le persone. La crescita sarebbe così bloccata. È indispensabile - nell'itinerario arduo e complesso del crescere - scoprire la propria sana autonomia che è capacità di essere pienamente se-stessi-sempre".

"È l'accettazione della persona come personale universo. Accogliere, cioè, quella persona come unica, come la sola a cui dare il proprio amore, la propria attenzione, la propria premura, il proprio rispetto. Ancora: a fronte di una responsabile scelta, occorre che vi sia la consapevolezza che non è possibile scegliere altri che quella persona per amarla e onorarla finché morte non separi e ad essa consegnarsi, donare, cioè, se stessi, la propria vita, la propria realtà più intima. Se non è scontata la capacità di darsi all'altro, non lo è neppure la disponibilità a ricevere l'altro.

Tra le modalità strumentali, nelle quali si concretizza l'intenzionalità di accettazione, di accoglienza e di comunione dei partner un valore del tutto speciale ha la comunicazione, al punto tale che la qualità della comunicazione e del dialogo rivela lo stato di salute di una coppia in relazione.
Non dovrebbe creare difficoltà accettare il fatto che per accogliersi davvero è indispensabile conoscersi. E per conoscersi è altrettanto indispensabile rivelarsi: parlare di sé, autorivelarsi, comunicare le proprie idee, i propri interessi; esprimere i valori in cui si crede, le proprie speranze, le proprie attese... Parlare delle proprie convinzioni, del proprio passato, dei propri progetti, dei propri modi di vedere le cose..."


Essendo oltre un catecheta, anche un pedagogo, ed uno fine psicologo, il Monsignore usa il proprio blog per donare al visitatore i suoi sapienti appunti sull'arte educativa come quando in data lunedì 28 maggio 2007 scrive che:
"Con una descrizione plastica si potrebbe dire che l'azione educativa non direttiva è paragonabile a un educatore che con pazienza e disponibilità cammina alle spalle dell'educando, con le braccia tese, senza imbrigliarlo e quasi senza farsene accorgere, pronto a sostenerlo in caso di inciampo o di caduta."

Il sabato 09 giugno 2007 il Monsignore urla il proprio salomonico "Non ci stò!" di fronte alla professoressa palermitana che ha punito un alunno omofobo:
"Credo che la professoressa si sarebbe potuta risparmiare un “metodo correttivo” che di correzione mi sembra non abbia proprio nulla. Di fronte alla gravita (se provata!) degli insulti, il cosiddetto bullo avrebbero meritato ben altro intervento più pedagogico, più persuasivo, più immediato, più coinvolgente la famiglia, il collegio dei docenti, il Capo di Istituto. Insomma un intervento educativo degno di questo nome, che avrebbe costretto tutti i componenti della comunità educante - scuola e famiglia - a farsi carico dei problemi irrisolti dell'alunno.... bullo.

Ma non mi pare che la famiglia del cosiddetto bullo si sia comportata in modo corretto. Denunciare l’insegnante? [...] Tutti possono errare: sbagliano i genitori e sbagliano i docenti!
Ricorrere alla denuncia?
Vuol dire perdere tempo e non intervenire tempestivamente nei confronti di chi ha bisogno di educazione, soprattutto se ha sbagliato gravemente!"


Monsignor Blogger è un appassionato di sondaggistica e di statistica: vivido interesse mostra, il martedì 16 gennaio 2007, verso l'inchiesta che "condotta da Fsp Master, il mensile del Master universitario toscano in giornalismo, ha voluto approfondire il rapporto con i temi del sesso e dell’affettività, degli studenti tra i 19 e i 25 anni. Il risultato è abbastanza sorprendente.
E' vero si tratta di statistiche, che spesso lasciano il tempo che trovano; ma tant'è! Almeno per curiosità vale la pena ... di allungare l'occhio."


Il Mercoledì, 24 gennaio 2007 se la prendeva con un sondaggio rivolto ad un campione 850 maggiorenni italiani sedicenti cattolici che deprecavano come ingerenza il pubblico richiamo della gerarchia cattolica a conformarsi alla morale cattolica:
"La prima riflessione che mi viene da fare è la seguente: sicuri che stiamo parlando di cattolici?
Forse di cattolici autodichiaratisi tali, ma lontani anni luce dalla sequela di Cristo e dell’accoglimento del Suo Vangelo come dovrebbe fare un cattolico.
Come è possibile che dei cattolici si dicano contrari al pronunciamento della Chiesa quando essa mette al centro la persona, l’etica, la morale?"


Lunedì, 30 aprile 2007 a seguito alle minacce di morte al presidente della CEI monsignor Baganco a seguito delle proprie dichiarazioni contro la legalizzazioni di unioni fuori dal vincolo matrimoniale così scriveva il Monsignore :
"Bagnasco è mio amico personale. E’ uomo mite, buono, colto; non senza alcuni tratti di fermezza determinata, soprattutto quando si tratta di difendere e diffondere le verità della fede nell’unico Dio, l’amore alla Chiesa e al Papa.
Mi dispiace per quello che ora sta sopportando.

Ma non posso non andare oltre il fatto.
Sono personalmente convinto che l’Arcivescovo di Genova in tutto questo non c’entra per nulla. Egli è un simbolo; egli è solo il referente; una volta si diceva il “capro espiatorio”.
Qui c’è bel altro!
Qui c’è tutta l’intenzione di far tacere la Chiesa o quanto meno confinarla entro il recinto del privato, del personale, dell’intimistico. Insomma: una fede senza riflessi nella vita personale, sociale e politica.

E tutto questo ha radici e cause ben precise.
Per carità non si vuole muovere accuse dirette a nessuno.
Tuttavia:
- quando da molto tempo, ormai, si continua a voler relegare la Chiesa al silenzio;
- quando si dichiara ovunque, a mezzo stampa e TV, che per parlare la Chiesa dovrebbe rinunciare all’8 per mille;
- quando si urla contro i cosiddetti (dove sono?) poteri forti della Chiesa;
- quando non si protesta contro il blocco delle strade per una manifestazione del gay pride, ma si mostra insofferenza contro l’intralcio del traffico per la processione del Corpus Domini.
- quando si dice che la Chiesa ingerisce nelle faccende dello Stato solo perché grida forte la fede nel suo Dio e invoca il rispetto dell’etica e della morale, ponendosi dalla parte dell’uomo e della difesa dei suoi fondamentali diritti"



Il monsignore non rifugge di trattare temi imbarazzanti come quando mercoledì 18 luglio 2007 tratta dei "preti pedofili" (continuando peraltro a mantenere una irritante posizione "salomonica") ma con un incipit decisamente infelice: "A qualcuno suonerà un po’ strano e ricorderà: l’“Excusatio non petita, accusatio manifesta!” (Un ascusa non chiesta è una accusa indiretta!).
Pur tuttavia lo desidero premettere: non voglio difendere la casta. Desidero esprimere il mio pensiero: sofferto e struggente."

"La Chiesa ha pronunciato la sua “tolleranza zero” nei confronti della pedofilia dei preti. Anzi il solo sospetto obbliga il Vescovo a estromettere ipso facto anche il presunto pedofilo dallo stato clericale. E i sacerdoti che si macchiano di questo delitto vengono giudicati dallo stesso tribunale ecclesiastico che giudica i crimini sacrileghi contro l’Eucaristia.
Quindi “tolleranza zero” nei confronti della pedofilia dei preti.

Sia, tuttavia concesso formulare alcune domande.
- C’è proprio certezza giuridica e morale che ogni atto eventuale compiuto da un presunto pedofilo diventato prete sia atto di pedofilia? E’ vero: il prete dovrebbe essere immacolato e santo al cospetto di Dio e dei fratelli.
- Pur condannabilissimo: è proprio vero che ogni atto molesto compiuto da un prete sia configurabile come atto di pedofilia?
- Pur condannabile sotto ogni punto di vista, è pedofilia una azione sessuale compiuta con un quindici/sedicenne?
- Il pubblico non sa che, comunque pur condannabilissimo da parte di un sacerdote, la maggioranza degli abusi sessuali riguardano ragazzi adolescenti configurando così l’atto come omosessuale (cosa che è sicuramente assai riprovevole moralmente, ma sempre meno disgustosa della pedofilia).

Ma c’è di più:
Esiste davvero l’atto pedofilico?
Buona parte delle denunce di pedofilia contro sacerdoti, dopo le indagini di rito, a volte anche il processo, sono risultate infondate.
Con la con sequenza che la vita del prete marchiato ingiustamente di pedofilia risulta per sempre devastata.
Per formulare un’accusa così infamante, occorre procedere con i piedi di piombo.

Al contrario sembra essere diventato un tiro al piccione accusare di pedofilia un prete:
- è sufficiente il desiderio di vendetta di un bambino diventato giovane/adulto
- è sufficiente l’atteggiamento iperprottettivo di una madre,
- è sufficiente l’approssimazione di qualche zelante psicologo….
- è sufficiente la volontà criminale di delegittimare la figura di un prete particolarmente impegnato nel sociale,
- è spesso sufficiente il desiderio di far denaro a qualunque costo
per mettere in piedi un’accusa infamante di pedofilia e mettere costruire un palco diffamatorio.

Ancora:
- Come si possono ricostruire in spirito e verità, obiettivamente e in modo circostanziato, come vorrebbe la giustizia vera, fati avvenuti 35, 40 e più anni prima?
- Come si possono accusare di pedofilia sacerdoti morti da 20/30 anni, che ovviamente non potranno mai esercitare la propria legittima difesa?

Per concludere:
Tolleranza zero nei confronti di tale aberrazione. La pedofilia è un crimine e quella dei preti lo è a un livello di gravità smisurata.

Conveniamo, tuttavia che il sacerdote che dovesse commettere tali aberrazioni è un pedofilo che non sarebbe dovuto mai diventare prete. Per cui è doveroso e legittimo sperare in una formazione seminaristica dei candidati al sacerdozio a 360 gradi.
Nell’incertezza si attenda!
Nella certezza si allontani!"



Dalla letura del suo blog si comprende che il Monsignore è un adamantino ricercatore della verità e pertanto un garantista a 360 gradi, che non può soffrire le gogne mediatiche, come si evince dall'appassionato recente post di mercoledì 19 settembre 2007:

"Lungi da me voler parteggiare per Tizio o per Caio!
Ma poniamo solo il caso che alla fine:
- che don Pierino Gelmini sia innocente, come egli va dichiarando in tutte le sedi;
- che il giovane Alberto Stasi di Garlasco, ora unico indagato per l'omicdio della fidanzata Chiara, sia innocente. Al momento non esiste un solo indizio contro di lui e il Procuratore capo di Vigevano avrebbe dichiarato nel corso di un programma TV che, al momento, il caso potrebbe addirittura essere archiviato.
- che i due preti dell’oratorio di Torino non abbiano non solo mai fatto quello che si attribuisce a loro, ma non abbiano mai conosciuto i detrattori;
- che il fidanzato di Simonetta Cesaroni sia stato ripescato 17 anni dopo solo per la necessità di iscrivere qualcuno nel registro degli indagati;
- che il Vescovo ausiliare di Firenze risulti addirittura estraneo ai fatti di cui risulta indagato e pertantyo sia vera la stima e la solidarietà che a partire dal Cardinale Arcivescovo gli sono tributate;
- che la Curia di Siena con il suo Arcivescovo non c’entri affatto con quello che un quotidiano ha scritto stamattina ….

E' possibile no? Al momento per nessuno vi sono certezze!
Ebbene: se tutto questo alla fine si rivelasse un palco accusatorio destituito di ogni certezza, a costoro la loro dignità chi gliela restituirà?

Ripeto; non conosco proprio alcuno di coloro di cui sto parlando, eppure mi sento di dire che il processo mediatico della stampa e della TV a loro carico è indegno!"



Concludo con un accenno alle -profetiche!- riflessioni augurali che il giorno di S.Silvestro il Monsignore blogger si poneva in vista dell'anno 2007 :

"Fa più rumore un albero che cade, che migliaia di alberi che crescono nella foresta.
Così un saggio proverbio.
Questi i semi di speranza per il 2007.
[...] Eppure c’è motivo di sperare; trovare ragioni di speranza per continuare a vivere e amare. Per questo c’è motivo di ringraziare.
Vi potrà essere chi ringrazia la propria buona stella,
chi ringrazia la sorte
chi ringrazia il “proprio dio” qualunque sia il suo nome.

Io ringrazio il mio Dio, Padre del Nato di Bethlem: Gesù Cristo.
Spero siano molti che si associano a me per dire grazie:

1°. Perché siamo oggetto dell’amore infinito di Dio. Anche se apparentemente Dio sembrasse assente, Lui c’è. Non tutto possiamo capire, anche perché – come ricorda S. Agostino - se potessimo comprendere Dio, Dio non esisterebbe. Certamente ciascuno ha scoperto l’amore del Padre nel corso di quest’anno che se ne va. Forse non avremmo voluto essere…. amati così, ma così Dio ci ha amati e l’amore l’abbiamo sentito.
[...]
Non posso non pensare – nel bilancio di un anno che se ne va – a ciò di cui mi sono vergognato e mi dolgo:

- l’egoismo
- il falso perbenismo
- la paura del diverso
- il vile, quieto vivere
- la mediocrità
- l’intimismo della mia fede anziché la chiara visibilità che avrei dovuto darne

Come sarà il 2007?
Ognuno faccia il proprio buon proposito."

2 commenti:

L'agliuto ha detto...

Che ne dici, dei commenti al blog del curato? Ieri ho fatto in tempo a leggere i soli tre
presenti, tutti e tre in data 15 ottobre e tutti e tre abbastanza allarmanti.

Duque de Gandìa ha detto...

#2 15 Ottobre 2007 - 14:16

caro tommaso, anche sei anni fa dicevi a me, Carpediem, che eri in rete, nella chats gay, per stanare i preti gay e per aiutarli con la tua professionlita' psiclogica, mi finsi prete gay e m dicesti.... recita mille ave marie.... grande professionalita' non c'e'che dire. se sei anni fa dicevi e facevi tali cose... devi aver ormai molto materiale per il tuo libro. pace a te. Carpediem
utente anonimo

#3 15 Ottobre 2007 - 15:56

Caro Tommaso, ho già lasciato due commenti questa mattina, ma sono scomparsi quindi riscrivo.
Sono circa 10 anni che non ci parliamo, ma io ti sono comunque umanamente vicina, sebbene non creda una parola di ciò che hai detto a tua discolpa anche perché ti conosco, quindi.... come crederti? Resta il fatto che mi dispiace che ti sia impelagato così. Sei stato un po' troppo presuntuoso. Bastava organizzare gli incontri a casa invece che in ufficio. Se fossi in te non tenterei nemmeno di discolparmi. me ne andrei dignitosamente ai Caraibi con biglietto di sola andata. Comunque, ti voglio bene. Sai

Credo ti riferissi a consimili commenti che ieri avevo "salvato" proprio perchè mi ero accorto che "Tommytom" aveva già cancellato alcuni commenti in cui lo si apostrofava "sepolcro imbiancato".
Buttando l'occhio sulle statistiche il blog di "tommytom" ha avuto un'impennata di visite dopo il 12-13 ottobre mentre prima non se lo .... filava nessuno.
Io non lo conoscevo affatto, mentre volente o nolente ero finito più di una volta sul linkatissimo dai blog cattolici sito ufficiale di monsignor "Tommytom" (dai contenuti piùcchèperfettamente ortodossi).

Pertanto, ringrazio pubblicamente "Le Maestranze", cui m'ero rivolto per manifestare la mia costernazione per la subitanea decapitazione del sito ufficiale del monsignore, per avermi rintracciato cotanto blog. Se infatti nel sovrastante post ho copia-e-incollato ampli stralci è stato nella previsione che di lì a poco cotanto blog possa defungere (per volontà di tommytom o dell'autorità superiore).

Dall'8 ottobre (ad oggi 16 ottobre) il blog non è stato più aggiornato da quando si parlava del Consiglio generale delle conferenze episcopali europee: credo che le conferenze episcopali europee sarebbero unanimemente d'accordo nel dare al monsignore il "consiglio generale" di starsi MUTO E RASSEGNATO.
AMEN dico vobis.