martedì, dicembre 11, 2007

Benedictus benedicat IV

Sive: "Spe salvi"



"Hai visto l'ultimo Spiritual Journal?", chiese a voce bassa il numero 1 al numero 2.
Il numero 2 l'aveva appena letto.
"Articolo davvero notevole", disse il numero 1, "quello sul letto di morte del papa".
"Nessuno è irrecuperabile", rispose il numero 2.
"Ne ho sentito parlare, ma non l'ho visto", disse il numero 3.
Pausa.
"Di che cosa parla?" chiese Reding.
"Di papa Sisto XVI", disse il numero 3; "pare che sia morto da credente".
Sensazione. Charles sembrava volerne sapere di più.
"Il Journal la dà per certa, la notizia! disse il numero 2;
"Mr O'Niggins, Presidente della Associazione degli opuscoli, Settore della conversione dei preti romani, era a Roma durante la sua ultima malattia. Chiese un'udienza al papa, che gli fu concessa. Cominciò subito della necessità di cambiare il cuore, di credere nell'unica speranza che hanno i peccatori, e di lasciar perdere ogni mediatore umano. Gli annunciò la buona novella, assicurandogli che era perdonato. Lo mise in guardia contro la fandonia della rigenerazione battesimale; poi, procedendo ad applicare la parola, lo esortò, seppur all'undicesima ora, a ricevere la Bibbia, tutta la Bibbia e null'altro che la Bibbia.
Il papa ascoltava con grande attenzione, mostrando molta emozione. Alla fine espresse a Mr O'Niggins la sua ardente speranza che loro due non sarebbero morti senza trovarsi nella stessa comunione, o qualcosa di simile. Dichiarò inoltre, cosa stupefacente, che poneva tutta la sua speranza in Cristo, "fonte di ogni merito", diceva: espressione davvero notevole".

"In che lingua hanno parlato?", domandò Reding.
"L'articolo non lo dice", rispose il numero 2; "ma sono sicuro che Mr O'Niggings conosce molto bene il francese".
"A me non pare" disse Charles, "che le ammissioni del papa siano più grandi di quelle che fanno continuamente certi membri della nostra Chiesa, che però vengono accusati di papismo".
"Ma a loro vengono estorte", disse Freeborn, "mentre quelle del papa sono volontarie"."Questi qui tornano dentro le tenebre", disse il numero 3; "il papa invece veniva verso la luce".
"Nel papista autentico tutto va interpretato nel senso migliore", disse Freeborn, "ma nel seguace di Pusey tutto va interpretato nel senso peggiore. E' questione di carità e di buon senso".

"Ma non è tutto", proseguì il numero 2; "convocati i cardinali, dichiarò che desiderava dal profondo del cuore la gloria di Dio, che la religione interiore era tutto, e che senza la contrizione del cuore le forme non servivano a niente, e che sperava di essere presto in paradiso - con questa frase, notate, negava la dottrina del purgatorio".
"Salvato in tempo, mi auguro", disse il numero 3.

"S'è detto spesso", disse il numero 4, "anzi, l'idea ha colpito anche me, che il modo migliore per convertire i cattolici romani è quella di convertire per primo il papa".
"Metodo sicuro, nulla da dire", disse Charles sommessamente, temendo di aver detto troppo; ma nessuno colse la sua ironia.

[John Henry Newman, romanzo "Perdita e Guadagno"]

Nessun commento: