sabato, febbraio 23, 2008

LA DIVINA PASTORA [7]

LE SUORE VERDI

Ovvero:GREEN SISTERS: A Spiritual Ecology (Harvard University Press, April 2007), by Sarah McFarland Taylor.


«Il libro di una storica delle religioni dal punto di vista delle donne, Sarah McFarland Taylor, episcopaliana, rilancia pesanti accuse di panteismo nei confronti di numerose religiose cattoliche statunitensi, appartenenti a varie congregazioni: di San Giuseppe, di Loreto, della Carità, di Notre Dame, dell’Umiltà di Maria, del Cuore Immacolato di Maria oltre che a suore francescane e domenicane e alle Sorelle delle Missioni mediche.

“Green Sisters: a spiritual ecology” si intitola la sua opera, una ricerca cominciata nel 1994 e che l’ha portata a trascorrere due estati nella Fattoria Genesi, nel New Jersey, a visitare dozzine di centri analoghi, a compiere centinaia di interviste e a presenziare a quattro conferenze delle “Sorelle della Terra”. La conclusione: Dio e il cosmo, per le “green sisters” sono fusi l’uno nell’altro.
Alla conferenza delle “Sorelle della terra” del 2002 le 150 partecipanti cantavano, della Terra: “Tutto è santo, così santo. Tutto è sacro, così sacro. Tutto è uno”. Invece nel 2003, alla conferenza della Leadership delle Religiose (che raccoglie 76mila aderenti negli Usa), novecento suore cantavano, sempre riferito alla Terra: “Sacra è la chiamata, davvero tremenda la consegna. Aver cura del Sacro, aver cura del Sacro”.
L’invito della conferenza mostrava un’immagine del pianeta con la scritta: “Aver cura del Sacro”. Il teologo di riferimento è un passionista di novanta anni, Thomas Berry, discepolo di Teilhard de Chardin. Propone come “Grande Opera” per l’umanità del nostro tempo quella di “fare da levatrice all’umanità verso l’era Ecozoica”.
Il mondo naturale, secondo padre Berry, è la “rivelazione primaria” di Dio; il teologo consiglia di mettere la Bibbia sullo scaffale almeno per venti anni, così che la gente possa leggere “la scrittura primaria che è intorno a noi”.

Le “suore verdi” hanno spostato la loro preoccupazione primaria dagli esseri umani alla “Terra totale”. Così una suora che ha studiato con padre Berry quando prese i voti si sentì “legata da un amore appassionato con il Divino così come si è rivelato nella storia universale”. Il che, fa notare una studiosa critica, “non è la stessa cosa che diventare sposa di Cristo”. Per un’altra il voto di castità significa “impegno morale a alleggerire l’ecosistema” stressato dalla crescita della popolazione.

Le “suore verdi” sostengono di non essersi allontanate dalla tradizione cattolica, ma non tutti sono d’accordo. In particolare alcuni pensano che la loro visione di Cristo non sia ortodossa.
Una delle suore intervistate sostiene che “nella liturgia del Cosmo” c’è fusione fra “la storia di Gesù, la storia della terra e la storia del cosmo” in una grande “epica evoluzionistica”.
Con poche eccezioni le “suore verdi” sono vegetariane: molte dichiarano di aver cessato di considerare “i non umani inferiori agli umani”. E una religiosa spiega che la cena per lei “è un’eucarestia quotidiana con il corpo della terra e del sole”. E hanno anche un’analogia fra cibo consumato ogni giorno e la transustanziazione eucaristica.

Il fenomeno delle “suore verdi” fu notato nel 1993, durante una visita in Vaticano dei vescovi Usa. Giovanni Paolo II ammonì: “Talvolta forme di venerazione della natura e la celebrazione di miti e simboli sostituiscono il culto di Dio rivelato in Gesù Cristo”. Ma non ci fu nessuna azione disciplinare, anche se alcuni critici sostengono che molte delle loro tesi ricadono nella condanna emanata da Pio IX verso il credere che “tutte le cose sono dio e hanno la stessa sostanza di Dio”.»
(di Marco Tosatti vaticanista della Stampa)

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