sabato, aprile 05, 2008

VOS ET IPSAM Campagnam Electoralem BENEDICIMUS

Ovvero: Fenomenologia della Madonna della Lettera.


Una nota di folclore cattolico durante la campagna elettorale per le elezioni politiche del domenica 13 e lunedì 14 aprile 2008, è pervenuta dal clamore mediatico intorno ad una lettera "della Madonna" composta e propagandata dal sacerdote genovese Paolo Farinella in data 4 febbraio 2008, ovvero durante i giorni giubilari per i centocinquant'anni delle apparizioni della Beata Vergina Maria di Lourdes.
Proprio in vista della festività marina dell'11 febbraio, infatti, il prete per lamentare il proprio sdegno per la caduta del secondo governo Prodi ed il proprio livore contro una iniqua legge elettorale e pertanto contro l'inetta classe politica tutta, non ha trovato niente di più originale che indiraizzare una lettera aperta alla Madre di Dio:
"Non ci resta che la Madonna di Lourdes, nella speranza che almeno lei possa fare qualcosa per l’Italia dove Padre Pio protegge il clan Mastella, Santa Rosalia piange il cattolicissimo Cuffaro e Sant’Agata di Catania si affida alla mafia per la sua onorata processione. Madonna di Lourdes, confidiamo in te! "

Indagare il perchè, tra tutti i titoli mariani sotto cui invocare aiuto e protezione dalla Vergine Santa, don Farinella abbia scelto proprio quello della Madonna di Lourdes potrebbe essere oggetto di meditazione assai proficua.

Il non aver scelto una qualche Madonna italiana (dalla Madonna di Pompei a quella "delle lacrime" di Siracusa, dalla romana Madonna del Divino Amore (salvatrice dell'urbe) alla "prodiana" Madonna di San Luca, per non parlare della poi della a lui familiare genovese Madonna della Guardia) può non essere considerato come l'ennesima manifestazione di quella cronica esterofilia che permea la mentalità italiana?
Forse a don Farinella le italiche madonne appaiono troppo "compromesse" con l'establishment , con lo statu quo quando non addirittura conniventi col malaffarre:
"Si manda a casa Prodi per fare posto al senatore (prossimo) Cuffaro, uomo integerrimo e di specchiata virtù, certificata dall’autorità del vice papa Pierferdinando Casini, cristiano spocchioso di chiara moralità coniugale insieme al suo compagnuccio di merende Gianfranco Fini: costoro, insieme al loro padrone e capo, cattolici dichiarati, amano tanto la famiglia da averne anche due sul modello poligamico arabo. Costoro, che hanno votato cristianamente in silenzio tutte le leggi immorali del governo Berlusconi, di cui, fino a ieri dicevano peste e corna, oggi strisciano ai suoi piedi proni al bacio della sacra pantofola con la benedizione del santo padre e figli devoti, sotto la direzione del cerimoniere Giuliano Ferrara."

La Madonna di Lourdes "appare" pertanto super partes, lontana dai centri di qualsiasi potere mondano, civile ed ecclesiarico.
Ella, la purissima, la senza peccato, colei che sola ha il privilegio unico di autodefinirsi "l'Immacolata" per antonomasia e che illumina con la sua specchiata illibatezza una grotta in cui solitamente pascolavano i porci, pare allegoricamente esprimere il suo celeste, chiaro e severo giudizio sulle vicende terrene.
Ella chiede preghiere e mortificazioni per i poveri peccatori.
Il suo linguaggio è scarno, diretto ed essenziale; anche quando chiede a Bernadette di indirizzare le proprie richiesta agli uomini di Chiesa la Santa Vergine si esprime senza deferenze curiali con quel: "và a dire ai preti" che non piacque per niente al curato Peyramale, il parroco di Lourdes.

Pertanto incalza don Farinella nel suo sfogo alla Vergine di Lourdes:
"Mi addolora che in questo attentato alla democrazia si possa scorgere la longa manus della gerarchia ecclesiastica cattolica, perché il colpo di grazia al governo Prodi, da sempre inviso oltre Tevere, forse perché da quelle parti non si tollerano i cristiani adulti, è avvenuta in una sincronia di fatti e interventi che definire casuali significa bestemmiare il Nome di Dio...

Ora le destre e le armate di Ruini, il grande regista dell’asse atei-devoti e devoti-atei, possono avanzare a tenaglia e, travolta la suicida maggioranza del governo Prodi, installarsi nelle casseforti del potere e spartirsi con immorale cupidigia le spoglie di ciò resta del malaffare, del conflitto d’interessi, dell’economia, della cassa e della dignità di un popolo...

...Onore alla Cei, a Ruini, a Bertone, a Betori e a Bagnasco che ora benedicono, senza dirlo espressamente, le falangi fasciste, casiniane, finiane, storaciane, mastelliane e berlusconiane, dimenticandosi – ahimé! – che tutti questi lanzichenecchi hanno fatto scempio della morale cattolica e della dottrina sociale alla quale pure dicono di doversi ispirare, avendo fatto solo i loro interessi e quelli del padrone, infischiandosene di quelli del Paese, delle famiglie, dei poveri, degli immigrati e di quanti non hanno nemmeno lacrime per piangere.

Onore a tutti i cristiani, figli devoti del papa, che in nome dei sacri valori della famiglia e del "sano laicismo" voteranno per cattolici divorziati, concubini, conviventi, mafiosi, condannati, ladri, atei e devoti capaci di vendere Cristo, l’etica e l’onore per meno di trenta denari. Quando si tratta di battere e riscuotere cassa, ciò che conta è la forza del potere, mai la coerenza del cuore e la dignità della coscienza che sono appannaggio degli spiriti deboli. Non ci resta che sperare in un miracolo! Madonna di Lourdes, pensaci tu, per piacere! Anche in articulo mortis! "


Se a molti piissimi cattolici la "sacra" missiva del prete genovese è parsa addirittura blasfema, essa in realtà dal punto di vista teologico-dogmatico appare perfettamente in linea con la più rigida tradizione spirituale che in diversi secoli, e sebbene con differenti sensibilità, ha visto da parte dei devoti la formulazione di voti e promesse, per certi versi dei veri e propri contratti con la Madonna stessa: si ricordi che il termine "omaggio" nel diritto feudale indicava la cerimonia di vassallaggio.

"Totus Tuus ego sum et omnia mea Tua sunt. Accipio Te in mea omnia. Praebe mihi cor Tuum, Maria" è la formula della "schiavitù mariana" promossa da San Luigi Grignon de Monfort che ne fu il grande apostolo dei tempi moderni (e di tale formula di "consacrazione" a Maria il Papa Giovanni Paolo II ne fu novello propugnatore). Già in età patristica Sant'Ildefonso di Toledo giustificava una simile spiritualità di sottomissione a Maria: “Per questo io sono tuo schiavo, perché il mio Signore è tuo figlio. Per questo tu sei la mia Signora, perché tu sei la schiava del Signore.”

Tipico dell'età medievale e barocca fu quello di suggellare la propria consacrazione mariana con veri e propri documenti formali; e magari controfirmati col proprio sangue; come ad esempio il giuramento "immacolatista" con cui nei secoli precedenti alla definizione dogmantica del 1854 moltissimi teologi si impegnavano a difendere "usque ad effusionem sanguinem" la dottrina della "Immacolata Concezione".

Spesso agli atti di devozione privata si accompagnavano petizioni pubbliche e solenni di città, di intere nazioni e regni con cui solennemente le pubbliche autoritò civili e militari supplicavano la protezione della "Vergo Potens" "Refugium peccatorum" ed "Auxilium Christianorum".

Il popolo cristiano della città di Messina venera la Santissima Vergine come propria specialissima patrona sotto il peculiare appallativo di Madonna "della lettera" , piamente tramandando l'antica divota nuova secondo cui i primi messinesi battezzati da san Paolo, avendo saputo per bocca dell'apostolo che la Madre di Gesù era ancora in vita -quando nell'anno 42 l'apostolo Paolo tornò a Gerusalemme- decisero di indirizzare alla Madonna una lettera che sarebbe stata poi consegnata nelle sue mani sante e venerabili da una delegazione di messinesi stessi, per ancor meglio esprimere "coram santissima" i sensi della propria devozione.
Non solo, ma addirittura la santissima Vergine Maria rispose all'ambasciata con una propria breve ma pregnante missiva che non poteva non concludersi che con la sua materna benedizione (e con la promessa della propria perpetua intercessione).

A ben guardare, però, il culto apparentemente singolarisimo verso una Madonna compositrice di missive alla blebe cristiana, è ben più diffuso e capillare nella storia della Chiesa, nella storia della devozione, e soprattutto nella forma mentis dei fedeli cattolici!

Esemplare, in tal senso, è il culto spoletino per la Santissima Icone della Madre di Dio. Piccola immagine di foggia bizantina ispirata alla icona costantinopolitana detta “Haghiosoritissa”; fu donata nell'anno 1155 ai cittadini di Spoleto da Federico I "il Barbarossa" quale segno di pace dopo la guerra in cui le truppe dello svevo sacro romano imperatore avevano raso al suolo la città di Spoleto.

La Madre di Dio, raffigurata a mezzo busto, mesta e dolente, leva in altro le mani in segno di intercessione presso Cristo quale avvocata dei peccatori e regge il seguente cartiglio:
“Che chiedi o Madre? -La salvezza dei viventi -
Mi provocano a sdegno -Compatiscili, Figlio mio
-Ma non si convertono!
-E tu salvali per grazia”.
La sacra immagine divenne il palladio della città, baluardo della propria indipendenza ed "icona" della propria sovranità politica; poichè se i fedeli cristiani indirizzano le proprie petizioni alla Madre di Dio, ciò vuol dire che essi ritengono che ella non solo abbia la posibilità di rispondere positivamente ma anche di agire fattivamente a loro favore!

Soprattutto nella lunga serie delle apparizioni mariane dell'età contemporanea viene dagli agiografi evidenziato come le manifestazioni di Nostra Signora abbiano avuto lo scopo di rispondere alle pubbliche richieste di soccorso e persino di prevenire e mitigare futuri più gravi pericoli, non più locali ma di portata planetaria.
Il culto tutta moderno verso le apparizioni di una Santa Vergine propagandatrice di messaggi più o meno segreti per i papi, per i governanti, per la Chiesa e per il mondo in genere, nasce pertanto già antica: i reiterati brevi messaggi ai fedeli di tutto il mondo da parte della Madonna di Medjugorie in realtà in nulla innovano nel contenuto rispetto a quel presunto primo messaggio dell'anno 42 indirizzato ai fedeli messinesi.

Se don Farinella ha deciso di scrivere proprio alla Vergine di Lourdes -e pertanto implicitamente ne aspettava anche risposta!- forse il motivo sta nel fatto che la Bella Signora della grotta è la meno politicizzata tra tutte le madonne; e benedetto da tutti (persino dai laicisti ed anticlericali) è il frutto delle apparizioni di Massabielle: ovvero la cura amorevole dei malati, disabili, handicappati e della varia umanità sofferente.
Una Madonna "del fare", una Madonna di poche parole che chiede a Bernadette di scavare nel fango, una Madonna che, pertanto, chiede ai cristiani di "sporcarsi le mani" per il bene comune invece di rinchiudersi nella propria "turris eburnea".

Come ai messinesi di duemila anni prima anche per Don Paolo Farinella è giunta celermente la risposta della Mamma Santissima con lettera raccomandata tramite messaggero angelico:
"Caro Paolo prete,
Sono la Madonna, la mamma di Gesù, e rispondo alla lettera aperta che esprimeva disillusione e disorientamento di fronte alle elezioni politiche dell’aprile 2008.
Moltissimi cittadine e cittadini non riescono a capire le posizioni della gerarchia cattolica, nonostante la politica di formale «non coinvolgimento» che il Presidente della Cei ha annunciato con grande enfasi il 10 marzo 2008 nella sua prolusione al consiglio permanente dell’organismo che raggruppa i vescovi italiani. «Non coinvolgimento» apparente, perché poi tutto, l’atteggiamento, il clima, il respiro, il contesto, lo sguardo, tutto converge verso alleanze implicite in nome di valori o singoli temi, perdendo di vista la visione complessiva del «bene comune» che è il criterio di fondo che la stessa gerarchia cattolica scrive nei suoi documenti ufficiali. Nello stesso tempo c’è il rifiuto di fronte alle liste così come sono fatte.
Molti si chiedono se sia giusto votare, se sia utile, se sia doveroso. Da persona seria, rispondo e non mi sottraggo al dovere di offrire una valutazione e di dare un consiglio...

Il segretario del partito democratico è certamente serio, fotogenico, televisivo, ma anche è un monsignore: basta guardarlo per vedere subito «le physique du role». Berlusconi gli è debitore in eterno (infatti non lo attacca mia direttamente) perché fu Monsignor Dabliu Veltroni a salvare Berlusconi dalla bancarotta, consegnandogli, chiavi in mano, il monopolio televisivo.
Era il 4 febbraio 1985. Al senato era in scadenza il decreto sulle tv voluto da Craxi e detto «decreto Berlusconi». La sinistra indipendente fece ostruzionismo e bastava che il Pci prestasse un suo uomo che parlasse per venti minuti e quel decreto non sarebbe mai più passato perché era stato bocciato una prima volta alcuni mesi prima. Dabliu Veltroni, che già studiava da prete, era responsabile dell’informazione di Botteghe Oscure e in questa veste diede ordine ai suoi di fare passare il decreto perché De Mita aveva concesso la direzione di Rai 3 all’allora PCI. Per venti minuti di ostruzionismo mancato, l’Italia si trova con il flagello Berlusconi e le sue tv... Di questo l’Italia deve ringraziare Monsignor Dabliu Veltroni...

...Alla storia si aggiunge anche la promessa che Monsignore Dabliu Veltroni fece diventando sindaco di Roma per la seconda volta: allo scadere del mandato, sarebbe andato in Africa e lavoro per lo sviluppo di quel continente che ama tanto e avrebbe lasciato la politica. Oggi si è dimesso da sindaco e dirige il nuovo partito democratico, in omaggio alle promesse e alla coerenza.
Detto questo, per chiarezza, bisogna rilevare che ha saputo dare l’unico e rilevante segno di rinnovamento, almeno iniziale, della politica, scegliendo di non allearsi con quella sinistra (si fa per dire!) recidiva che ha litigato tanto da riconsegnare per la seconda volta l’Italia a Berlusconi. Nelle sue liste bloccate come quelle degli altri, ha svecchiato il parlamento e ha fatto un programma credibile e possibile, anche se ha fatto l’errore di allearsi con i radicali, cortigiane a buon mercato che ieri erano di là...

Se gli Italiani e le Italiane dovessero scegliere onestamente, secondo coscienza, non dovrebbero votare alcuno degli attuali pretendenti. Non votare però è un brutto segno...

IN SINTESI

Se io, la Madonna, dovessi essere in Italia e votare, seguirei questi criteri, in quanto cittadina e in quanto cristiana:

1. Non voterei per i partiti o liste e/o individui suggeriti o appoggiati, direttamente o indirettamente dall’autorità ecclesiastica perché non ne ha competenza e perché in Italia vige un concordato che vincola le parti a fronte di reciproci benefici. La Chiesa deve pretendere la liberta di parola, di aggregazione, di culto, di insegnamento, senza oneri per lo Stato.

2. Non voterei simboli e scritte che portano il nome «cristiano» o immagini religiose, come croci, campanili: è un uso improprio, segno di ateismo pratico.

3. Non voterei partiti e liste che presentano inquisiti di qualunque genere: il presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco, giustamente ha detto (aveva il diritto di dirlo) che i politici devono essere «esemplari». Un cristiano non può votare la lista di Berlusconi che ripresenta oltre trenta inquisiti più Marcello Dell’Utri già condannato in via definitiva e per la seconda volta i 1° grado; non può votare Udc di Casini che presenta Cuffaro «vasa-vasa», condannato in 1° grado per associazione mafiosa. I cattolici che li votano tradiscono tutto il loro codice etico.

4. Non voterei liste o partiti che presentano coloro che sono passati da una parte all’altra senza battere ciglio, tradendo gli elettori. Chi tradisce una volta è pronto per la seconda se il prezzo è congruo: non bisogna votare, ad es. De Gregorio, Dini, Bordon, Manzione, ecc.

5. Non voterei i difensori della famiglia che nella loro vita privata sono divorziati o conviventi, se pubblicamente urlano sulla indissolubilità della famiglia fondata sul matrimonio: non possono imporre agli altri i pesi che essi non sono stati capaci di portare. O stanno zitti o si ritirano a vita privata: se non lo fanno, devono mandarceli gli elettori.

6. Non voterei chi vuole imporre agli altri la propria visione della vita sia religiosa che politica, senza tenere conto delle esigenze delle minoranze di qualunque natura e cultura, nel rispetto assoluto della dignità della persona, sia essa residente o immigrata.

7. Non voterei liste o partiti che non abbiano candidato almeno un 30% di presenze femminili.
8. Non voterei liste o partiti che non abbiano almeno un 30% di candidati e candiate sotto i 40 anni.
9. Non voterei liste o partiti che presentano oltre il 30% di candidati con più di tre legislature.

10. Non voterei liste o partiti xenofobi che discriminano uomini e donne in base al sesso, alla religione, alla nazionalità, al bisogno e alla dignità come la lega di Bossi che venera il «dio Po» e rinnega anche la decenza.

Io, la Madonna, voterei per salvare l’Italia dal baratro della barbarie berlusconiana e poi dal giorno dopo le elezioni… sarà un altro giorno.
Con la mia materna benedizione
Maria di Nazaret, 11 marzo 2008"


La lettura di cotanto circostanziato messaggio della Madonna non può che lasciare costernati!
Se infatti la lettera del parroco genovese invocante il soccorso della "Regina delle Vittorie" appare legittima, poichè implicitamente riconosce la prerogativa della Santa Vergine quale "mediatrice di tutte le grazie", la risposta celeste invece appare macroscopicamente come un falso grossolano poichè innova decisamente rispeto a tutti i precedenti mistici interventi della Santa Vergine nelle vicende terrene.
Lo stile dialogico della Bella Signora di Don Farinella è di una prolissità imbarazzante che contrasta insanabilmente con il modo di esprimersi di Nostra Signora di Lourdes: nelle apparizioni che si susseguirono dall'11 febbraio al 16 luglio 1858 rimase per il più delle volte silenziosa, limitandosi a sgranare la corona del rosario.

4 commenti:

Duque de Gandìa ha detto...

Ma a proposito di torri d'avorio, degno di nota è lo stile della campagna elettorale per le liste di Pierferdinando Casini da parte di Donna Alessandra Borghese, che in veste di gran dama del Sovrano Militare Ordine di Malta spesso e volentieri si reca al Santuario di Lourdes, dove in data 18 maggio 2005 ha solennemente recitato la formula di perpetuo impegno nell' Hopitalitè Notre Dame de Lourdes cioè nell'associazione che si occupa dell'accoglienza degli infermi nel santuario pirenaico.

La principessa Borghese, che nel libro "Con Occhi Nuovi" ha testimoniato l'importanza capitale che nella propria conversione ha avuto l'esperienza diretta della sofferenza dei disabili incontrati a Lourdes, ha utilizzato le date e le sedi prestabilite per la presentazione del suo nuovo libro "LOURDES - I miei giorni al servizio di Maria" , per tenere i suoi comizi elettorale.

L'agliuto ha detto...

Eccellente, don Francesco.
Non ci resta che Lei. Perché non proponiamo, invece del voto, un ex-voto?
O addirittura un fiducioso silenzio, visto che solo Lei soccorre anche chi non Ne chiede l'aiuto.
A proposito di quest'ultimo punto, non so se hai letto un demenziale articolo apparso in FDF,
http://www.effedieffe.com/content/view/2717/170/
Te ne stralcio un passaggio: "Non si vede poi come possa la «sua benignitate … molte fiate liberamente al dimandar precorrere». Se così fosse, allora la «sua» benignitate è rivolta a chi non domanda, a chi non prega non a chi domanda, a chi prega.
Ma se soccorre chi non prega, allora la sua «benignitate» è simile alla «malignitate».
Dunque non c’è logica neppure in questo nuovo discorso.
Se la Vergine infatti soccorresse chi non prega, violerebbe la sua libertà.
Mentre non viola con il suo soccorso la libertà di chi prega".

Scusa il fuori-tema. È che la devotio moderna comprende anche questo.
Ciao. Ipo

Duque de Gandìa ha detto...

Caro iper-divoto amico,
se quell'eretico pseudo-cattolico, che firma il nominato spregevole articolo di commento al XXXIII del Paradiso, oltre alla Divina Commedia si leggesse anche "le Glorie di Maria" di Sant'Alfonso de Liguori ne dovrebbe di conseguenza concludere che nell'insegnamento del santo partenopeo "Dottore della Chiesa" vi sia un pensiero non cattolico e perciò eretico:)
Se, infatti, il voler "dimostrare" incongruenze "logiche" nella mariologia fosse un requisito dell'ortodossia cristiana allora avremmo dovuto cominciare al Concilio di Efeso col canonizzare l'eresiarca Nestorio e scomunicare San Cirillo di Alessandria!
E che direbbe il logico signor Marcello Caleo al sentire declamari i troparii bizantini?
Ad es: "Dissipa l'oscurità delle mie colpe, o Sposa di Dio, con lo splendore della Tua chiarezza. Tu che generasti la Luce divina ed eterna."

oppure: " Come chiamare te, o piena di grazia?
Ti chiamerò Cielo: perché hai fatto sorgere il Sole di giustizia.
Ti chiamerò Paradiso: perché in te è sbocciato il fiore dell’immortalità.
Ti chiamerò Vergine: perché sei rimasta inviolata.
Ti chiamerò Madre pura: perché hai portato in braccio un figlio, Dio dell'universo."

E poi: "Tutti i cori degli angeli rimasero stupiti, o Purissima, di fronte al tremendo mistero del tuo concepimento: Come mai Colui che col suo solo gesto domina tutte le cose è tenuto tra le tue braccia come mortale? Come può riceve un inizio Colui che è anteriore ai secoli e viene allattato Colui che con bontà nutre ogni vivente? Perciò ti acclamiamo e ti glorifichiamo quale vera Madre di Dio."

Inoltre: "O Vergine, superiore ai cherubini e ai serafini, più vasta del cielo e della terra, tu sei apparsa superiore, senza confronto, a tutta la creazione visibile e invisibile. Colui che le immensità celesti non possono contenere, tu lo hai accolto nel tuo seno, o Pura"

il verso di un'Ode proclama: "O Maria Semprevergine, il tuo grembo si è dimostrato più vasto dei cieli per aver contenuto il Re e Creatore universale, 1'incontenuto che pur si trova nella creazione per la potenza della divinità."

L'inno Akathistos:
"Rallegrati, o sede del Dio immenso;
Rallegrati, o porta dell'augusto mistero.
Rallegrati, inaudita novità per i miscredenti;
Rallegrati, vanto sicurissimo per i fedeli.
Rallegrati, o santissimo trono di Colui che siede sui Cherubini;
Rallegrati, o dimora bellissima di Colui che è sopra i Serafini.
Rallegrati, tu che cose inconciliabili in te concilii;
Rallegrati, tu che la verginità e la maternità congiungi."

Basterebbe poi scorrere le meno esotiche e più familiari Litanie Lauretane per trovare appellativi mariani ben poco "logici", ad esempio:"Madre del Creatore". E tutti i fedeli cattolici da secoli e secoli rispondono "ora pro nobis" senza battere ciglio!:)

A proposito poi del peculiare accenno all'ingerenza "preventiva" della Santa Vegine bisogna ricordare che apparendo nel 1930 a Santa Caterina Labourè l'Immacolata si mostrò con anelli tempestati di gemme; da molte pietre preziosi scaturivano raggi luminosi ma altre pietre preziose erano scure ed opache.
La Santa Vergine spiegò che quest'ultime erano le grazie che Ella avrebbe voluto concedere ma che non poteva concedere perchè non le erano state richieste dai fedeli.

A Lourdes, poi, santa Bernadette dovette faticare per farsi dire il nome dell'Apparizione: il 25 marzo 1858 la veggente insistette per tre volte di fronte al mutismo della Signora che solo dopo la quarta reiterata petizione sorrise, allargò le braccia e alzando gli occhi al cielo rispose: "Que soy era Immaculada Concepciou".
Col suo candido fiuto teologico Bernadette ebbe poi a commentare che la Madonna "ama farsi pregare".

La Santa Vergine non può pertanto rispondere alle preghiere di chi non prega ma apprezza la preghiera insistente, costante e reiterata, vedi il Rosario.
L'insistere nella preghiera è quindi segno di fede e di fiducia: "con la vostra perseveranza salverete le vostre anime" diceva Gesù.

E come potrebbe mai la Madre di Dio precorrere il "dimandar" di chi poi non le domanda niente?

A questa grossolana obiezione bisogna rispondere che la stessa storia del culto cattolico e della "regolata divozione" offre la lampante risposta: Cosa viene a chiedere la Santa Vergine nelle apparizione se non che quelli che già la pregano preghino non solo per se ma anche per quelli che non pregano?
Dice niente l'espressione: "Gesù mio...portate in cielo tutte le anime e specilmente le più bisognose della Vostra misericordia"?
oppure:
"Mio Dio, io credo, adoro, spero e ti amo,
ti chiedo perdono per coloro che non credono, non adorano, non sperano e non Ti amano.
Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo io ti adoro profondamente e ti offro il preziosissimo Corpo, Sangue, Anima e Divinità di Gesù Cristo presente in tutti i tabernacoli della terra, in riparazione degli oltraggi, dei sacrilegi e delle indifferenze con cui Egli viene offeso.
E per i meriti infiniti del Suo Sacratissimo Cuore e per intercessione del Cuore Immacolato di Maria, io ti chiedo la conversione dei poveri peccatori.
(Preghiera insegnata da un Angelo ai pastorelli di Fatima)

Nella sua prima omelia sulla Dormizione dice san Germano di Costantinopoli alla Vergine:
«Noi tutti ascoltiamo la tua voce; e la voce di tutti giunge ai tuoi orecchi...
Tu non hai lasciato coloro che hai salvato, non hai abbandonato coloro che hai radunato: perché il tuo spirito vive sempre e la tua carne non conobbe la corruzione del sepolcro.
Tu vegli su tutti: il tuo sguardo, o Madre di Dio, si posa su tutti. Benché i nostri occhi non siano in grado di vederti, o Santissima, volentieri ti trattieni in mezzo a noi e ti manifesti in vari modi a coloro che ne sono degni».

L'agliuto ha detto...

E come potrebbe mai la Madre di Dio precorrere il "dimandar" di chi poi non le domanda niente?
Giusto. Non ci avevo pensato. Soddisfare una richiesta prima che quest'ultima sia formulata presuppone, almeno in potenza, la richiesta stessa. You're right, Frank. Ed hai ragione, magnificamente, pure nel parlare del "candido fiuto teologico" di Bernadette. Sperando di non bestemmiare, postillerei così: come ogni donna [che si rispetti], la Madonna "ama farsi pregare".
Ciao. Ipo

P.S. Grazie per il dotto commento di risposta. Pensa che gliene avevo dette quattro, a quel pover'uomo di un Caleo, ma non sono state pubblicate, quelle quattro. Caleo s'è detto, insomma, "chi se ne cale dell'agliuto?".