martedì, agosto 26, 2008

Historia Ecclesiastica Anglorum, IX

Sive: EX UMBRIS ET IMAGINIBUS IN VERITATEM


"Questa la storia: giorno dopo giorno vanno e vengono per la Hagley Road carrozze, omnibus, carri e veicoli; sul marciapiedi si aggirano avanti e indietro i pedoni; proprio a fianco del marciapiede si scorgono un giorno le fondamenta appena gettate di un edificio piuttosto grande. Studiata la cosa, si viene a sapere che si vuole erigere un edificio cattolico, anzi un monastero. Ne nascono grandi e accalorate discussioni, specialmente quando sulla superficie cominciano ad apparire i mattoni.

Nel frattempo l'architetto, che non sospetta di nulla, prende le misure e si rende conto che il terreno è tutt'altro che piano. Poi, siccome i cattolici preferiscono che i vari piani siano in orizzontale, decide che i mattoni del seminterrato dovranno elevarsi al di sopra del livello del terreno più da un lato dell'edificio che dall'altro. Infatti, volere o no, sul lato in questione c'è una specie di volta o cantina, cosa non del tutto fuori luogo visto che quella parte dell'edificio dovrà ospitare la cucina. Perciò, facendo di necessità virtù, fa scavare alcuni piedi di terra e crea diverse stanze adatte a vari scopi, sia sopra che sotto il livello del terreno.

Mentre l'architetto è intento al proprio lavoro sono occupatissimi anche i perdigiorno, i pettegoli, gli allarmisti. Girano intorno all'edificio, osservano i muri di mattoni del seminterrato, interessandosi specialmente degli scarichi. Intanto sputano sentenze sul papismo e sulla sua diffusione. Alla fine penetrano nello spazio riservato agli addetti ai lavori, scendono ad esaminare lo scheletro incompiuto, vedono quello che c'è da vedere e quello che non c'è se lo immaginano.

Ogni casa è costruita secondo un'idea; una residenza non la si costruisce come se fosse un ufficio pubblico, nè un palazzo come una prigione, una fabbrica come un capanno da caccia, nè una chiesa come un granaio. Analogamente le case religiose hanno una idea tutta loro; possiedono alcune peculiarità nella forma e nella sistemazione interna che sono indispensabili.
Certo, l'idea stessa di un oratorio* doveva essere alquanto imbarazzante per la mentalità protestante giacchè non si conciliava affatto con i principii protestanti della comodità e dell'utilità.
Perchè mai una stanza così grande qui? E una così piccola là?
Perchè un corridoio così lungo e largo?
E perchè un muro così lungo senza finestre?
Persino le dimenzioni della casa vanno spiegate.

Coloro che avevano avuto modo di esercitare la loro facoltà di giudizio intorno all'impegnativo argomento della gerarchia cattolica e della sua necessità non ebbero difficoltà ad emettere sentenze su stanze da letto e ripostigli.
Troppe cose davano adito a sospetti e spingevano l'intruso a dubitare di aver raggiunto il fondo.

Alla fine gli balenò nella mente una domanda: cosa c'entrava questo edificio con gli scantinati?
Scantinati e monaci, qual è il loro rapporto reciproco?
I monaci quale uso fanno mai di fosse, buche, angoli, di dipendenze e tettoie?
Si creò uno scandalo che attirò altri curiosi.
Lo scandalo si allargò, diventò un'impressione, una convinzione; la verità era lì nuda e cruda; era nata una tradizione, fu ricavato un fatto che da allora in poi ebbe molti testimoni: gli scantinati erano celle.
Una volta che lo si era detto suonava così evidente! E tutti coloro che entravano nell'edificio o passavano da quelle parti diventavano in qualche modo testimoni oculari di ciò che si era letto nei libri ma che per molte generazioni l'Inghilterra non aveva, per sua fortuna, conosciuto: di carcerazioni, torture, di vittime lasciate morire di fame, immurate, assassinate; tutte cose quanto mai appropriate per un edificio monastico.

Ora sono tentato di fermarmi un po', per migliorare (come dicono i pulpiti evangelici) questa sensazionale scoperta. Perciò la analizzarò brevemente nei suoi vari capi: 1. L'ACCUSA; 2. I SUOI FONDAMENTI; 3. GLI ACCUSATORI; e 4. L'ACCUSATO.

L'ACCUSA. Eccola, che i cattolici, impegnati a costruire la casa in questione, perpetrano abitualmente omicidi.
Che questa fosse precisamente l'accusa è provato dal fatto che, se la tribuna scelta per lanciarla fosse stata diversa da quella che conosciamo, l'oratore avrebbe potuto essere incriminato per diffamazione. Queste le sue parole: Il coroner di solito non conduceva l'inchiesta se non là dove circolava la voce che un'inchiesta fosse necessaria; e come faceva la voce ad uscire dalle celle sotterranee dei conventi?
Proprio così, ripeteva, celle sotterranee: e lui aveva qualcosa da dire a proposito di questi luoghi. Proprio in quel momento, nella parrocchia di Edgbaston, nel distretto di Birmingham, stavano costruendo una specie di convento molto grande con sotterranei pieni di celle; e quelle celle a che cosa servivano?

I FONDAMENTI DELL'ACCUSA. Sono semplicissimi. Guardateli: 1.che l'edificio è orizzontale; 2.che il lotto di terreno su cui è costruito è più alto su un lato che sull'altro.

GLI ACCUSATORI. Anche questo getta luce sul carattere della tradizione protestante. Non solo gente debole e ignorante, non gente di secondo piano ma uomini istruiti, gentiluomini con ottimi contatti e di rango, uomini d'affari, uomini di carattere, componenti del corpo legislativo, uominio che conoscono benissimo il luogo, uomini che conoscono gli accusati per nome: questi sono gli uomini che deliberatamente, ripetutamente, anche dopo che sono stati sbugiardati, accusano certe persone di abbandonarsi a pratiche selvagge e barbare, di piacchiare, imprigionare, far morire di fame e ammazzare chi è a loro soggetto.

L'ACCUSATO. Provo un senso di vergogna, fratelli miei, apresentare davanti a voi il mio caso quando altri migliori di me hanno dovuto sopportare accuse più infamanti; ma ascoltatemi con pazienza.
Dunque l'accusato sono io .
E un gentiluomo irreprensibile, membro della contea, con i cui parenti prossimi ho rapporti di amicizia quasi fraterni da un quarto di secolo, che mi conosce di fama più e meglio (credo) di quanto non mi conosca chi si trova in questa stanza (a parte i miei amici personali): bene, costui accusa me -e altri con me- di deliziarmi del sangue, di godere delle grida e dei gemiti di dolore e disperazione, di sedere al posto d'onore in banchetti in cui si servono membra strappate, muscoli tremanti e facce impazzite per il terrore.
Ah, che mondo è mai questo!
Avrebbe potuto guardarci negli occhi e affermare una cosa simile? Avrebbe avuto il coraggio di dirlo se si fosse reso conto di chi stava parlando? Perchè chi siamo noi? Siamo vissuti in un angolo? Siamo usciti alla luce sbucando all'improvviso da sotto terra?

Per la maggior parte della nostra vita siamo stati nutriti al seno delle grandi scuole e università dell'Inghilterra protestante. Siamo stati figli adottivi dei vari Edoardo ed Enrico, dei Wykeham* e dei Wolsey* dei quali gli inglesi sono soliti menar vanto.
Siamo cresciuti tra centinaia di coetanei, ora sparsi per tutto il Paese, proprio in quelle classi sociali nelle quali entrano solo coloro che fanno parte del corpo legislativo.
Il nostro nome è noto alle classi colte del Paese più di qualsiasi altra persona non pubblica.
Inoltre, se ci sono al mondo uomini di cui si può dire che vivono in publico questi sono i membri dei college: la tavola comune, persino le sedie, i letti e la biancheria, le tazze e i piatti, il secchio per il carbone e le scope, tutto è proprietà comune, e appartiene ai loro vicini. Questo è il loro stilre di vita: qui nulla si può nascondere; ogni tratto caratteriale o stranezza di condotta diventa di domino comune.
Questa è stata la mia vita per un quarto di secolo sotto gli occhi di numerosissimi testimoni ben noti ai miei accusatori. E più o meno questa è la vita che noi tutti conduciamo fin da quando ci troviamo a Birmingham, dove la nostra casa è aperta a tutti e dove noi stessi siamo disponibili, per così dire, a tutte le ore.

Stando così le cose, considerando l'accusa e le prove, e l'accusatore, e l'accusato, quale illustrazione più eloquente possiamo noi cattolici augurarci di trovare di come si è formata e di quanto vale una tradizione protestante?

Lo dico a beneficio dei tempi che verranno; «se non per un'altra ragione -come dice un grande autore- almeno per questa: perchè i posteri sappiano che non abbiamo consentito col silenzio che certe cose svanissero come in un sogno, quanto segue dovrà rimanere a futura memoria».
In genere queste cose si dimenticano, perchè doverle ricordare è fastidioso e scomodo; e allora si consenta che dei molti esempi, che sono stati lasciati perire, su come è nata la tradizione anticattolica rimanga almeno quest'ultimo.

Certamente la favola è fallita sul nascere [...] ma avrebbe potuto prosperare: è morta perchè non è stata cresciuta bene. Avrebbe dovuto essere curata mentre si trovava in quegli scantinati sotterranei dove trasse il primo respiro finchè fosse stata in grado di sopportare la luce, finchè avesse sviluppato le membra e rinforzato la voce e finchè noi, a cui essa si riferiva, fossimo morti e ci fossimo presentati al giudizio. A quel punto avrebbe potuto alzare la testa senza paura e senza biasimo e avrebbe potuto asserire col suo magistero ciò che nessuno poteva negare.

Ma gli uomini sono tutti creature delle circostanze, sono trascinati verso una rovina che pure vedono ma non possono evitare: questo è quel che è successo alla tradizione di Edgbaston. Fu gridata dai tetti quando avrebbe dovuto essere sussurrata nei salotti, e lo sforzo le fu fatale.

Eppure, non dobbiamo dimenticarlo, avrebbe potuto avere un destino migliore. Avrebbe potuto ardere sommessa nella cenere e diffondersi fra una parte della gente di Birmingham. Avrebbe potuto sedimentarsi sul fondo oscuro dei loro ricordi e risalire di tanto in tanto fino a piosarsi sulla loro lingua. Avrebbero potuto esserci rapidi cenni, timori, dicerie, voci, pronte a ribadire che nei nostri sotterranei si rinnovavano di tanto in tanto gli orrori dell'Inquisizione."

JOHN HENRY NEWMAN; "Lectures on the Present Position of Catholics in England"; (traduzione italiana: "Discorsi sul Pregiudizio"; Ed. Jaka Book)

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