giovedì, aprile 09, 2009

Giovedì Santo [5]


In quell'ora terribile, dunque, il Salvatore del mondo si prostrò rinunciando all'aiuto delle sue risorse divine. Allontanò da se gli angeli riluttanti che a miriadi erano pronti erano pronti ad accorrere ad un suo richiamo.
L'innocente aprì le braccia e denudò il petto davanti all'assalto del suo nemico mortale, un nemico il cui alito era pestifero e il cui abbraccio era un'agonia.

Rimase prostrato, immobile e silenzioso, mentre il malefico orribile nemico avvolgeva il suo spirito con un manto intriso di quanto più vi è di odioso e infame nel crimine dell'uomo, cosicché s'avvinghiava strettamente intorno al suo cuore e ne riempiva la coscienza; si faceva strada attraverso ogni senso e poro della mente, e spargeva su di lui una lebbra mortale finché quasi gli parve di essere quello che non avrebbe mai potuto essere, e che il suo nemico invece avrebbe voluto fare di lui. Quale orrore, quando egli guardò e non riconobbe se stesso e si sentì come un peccatore immondo e ripugnante, per la viva percezione di quella massa di corruzione che ri riversò sulla sua testa e scorreva giù fino all'orlo della sua veste!

Quale turbamento nel vedere i propri occhi, le mani, i piedi, il cuore, come fossero membra del maligno e non di Dio.
Sono forse le mani dell'immacolato Agnello di Dio, mani una volta innocenti e ora rosse del sangue di migliaia di crudeli delitti?
Sono queste le sue labbra, non più intente a proferire preghiere e lodi e sante benedizioni, ma quasi insozzate da imprecazioni, bestemmie e dottrine diaboliche? O i suoi occhi, ora profanati da tutte quelle visioni inique e dalle seduzioni idolatre per amore delle quali gli uomini hanno abbandonato il loro adorabile Creatore?
E le sue orecchie, ora risuonano del tumulto di gozzoviglie e di litigi; e il suo cuore è agghiacciato per l'avarizia, la crudeltà, l'incredulità; la sua memoria stessa è oppressa da ogni singolo peccato commesso, sin dalla caduta del'uomo, in tutte le regioni della terra; dall'orgoglio degli antichi giganti, dalla lussuria delle cinque città, dall'ostinazione dell'Egitto, dall'ambizione di Babele, dall'ingratitudine di Israele.

Chi non conosce la miseria di un pensiero ossessivo che viene e riviene, a dispetto di ogni rifiuto, a molestare se non può sedurre? O di una qualche fantasia morbosa e odiosa che non proviene da noi ma tuttavia dal di fuori viene come spinta a forza nella nostra anima? O di una cattiva nozione, acquisita con o senza colpa dell'uomo, della quale saremmo disposti a pagare qualunque prezzo pur di liberarcene subito e per sempre?


Signore benedetto, nemici come questi si riuniscono attorno a te, adesso, a milioni; vengono a sciami più numerose delle locuste o dei bruchi; o del flagello della grandine, delle mosche, delle rane scagliate contro il faraone; [più numerosi] dei vivi e dei morti e di quelli non ancora nati, dei dannati e dei salvati, del tuo popolo e degli stranieri, dei peccatori e dei santi: tutti i peccati sono qui. Ci sono le persone a te più care, i tuoi santi e i tuoi eletti ti opprimono: i tuoi tre apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni, [ci sono] non però per confortarti ma per accusarti come gli amici di Giobbe, gettando cenere contro il cielo, e accumulando maledizioni sul tuo capo.

Sono tutti lì tranne una creatura sola: una creatura sola non è lì, una solamente; colei che non ebbe nessun legame col peccato, soltanto lei potrebbe consolarti in quest'ora, e perciò non ti è vicina.
Ti sarà vicina sulla croce; nell'orto è separata da te.
Ti è stata compagna e confidente nel corso della tua vita, ha in comune con te i puri sentimenti e i santi ragionamenti di trent'anni, ma il suo vergininale orecchio non può sentire, né il suo cuore immacolato può comprendere quello che adesso si rivela davanti ai tuoi occhi. Nessuno era capace di quel peso, solo Dio.


Alcune volte hai posto innanzi agli occhi dei tuoi santi l'immagine di un singolo peccato, così come esso appare alla luce del tuo sguardo -e d'un peccato veniale e non mortale- e quelli ci hanno detto che quella vista li avrebbe uccisi se la visione non fosse subito sparita.

La Madre di Dio con tutta la sua santità, e proprio in ragione di essa, non avrebbe potuto sopportare nemmeno un singolo prodotto di quella innumerevole figliolanza di satana che ora ti sta assediando.

E' la lunga storia del mondo, e Dio solo può sopportarne il peso.
Speranze e deluse, voti infranti, luci spente, a ammonimenti disprezzati, occasioni perdute; innocenti traditi, giovani induriti, penitenti che ricadono nella colpa, giusti sopraffatti, vecchi che soccombono; i sofismi della miscredenza, la premeditazione delle passioni, l'ostinazione dell'orgoglio, la tirannide dell'abitudine, il cancro del rimorso, la febbre di affanni che consuma, lo strazio della vergogna, lo struggimento per la delusione, l'angoscia per la disperazione; spettacoli crudeli e pietosi, scene strazianti, rivoltanti, esecrabili, folli; persino i volti lividi, le labbra convulse, le guance ardenti, le fronti cupe delle vittime volontarie del male sono davanti a lui, sono sopra di lui, sono dentro di lui. Sono con lui e al posto di quella pace ineffabile che sempre aveva regnato nella sua anima fin dall'istante del suo concepimento; sono sopra di lui ma certo non gli appartengono, ed egli grida al Padre suo come se fosse il colpevole e non la vittima; la sua agonia assume la forma della colpa e della compunzione.
Egli fa penitenza, si confessa colpevole. La sua contrizione è infinitamente più reale e efficace di quella di tutti i santi e di tutti i penitenti insieme poiché egli è l'unica vittima per noi tutti, l'unica soddisfazione, il vero penitente; tutto fuorché il vero peccatore.

Egli si alza languidamente da terra e si volge ad incontrare il traditore e la sua banda; si avvicina ora rapidamente la profonda oscurità.
Si volge, ed ecco che la sua veste e le sue orme recano tracce di sangue. Da dove vengono questi primi frutti della Passione dell'Agnello? I flagelli dei soldati non hanno ancora colpito le sue spalle, i chiodi fei carnefici non hanno ancora trafitto le sue mani e i suoi piedi.
Fratelli, ha sanguinato prima del tempo, ha sparso il suo sangue. Ed è proprio la sua anima straziata ad aver rotto la sua struttura di carne e a fargli versare sangue. La sua Passione è iniziata nel suo intimo. Quel cuore tormentato che è la fonte delle tenerezza e dell'amore incomincia, infine, a patire e a battere con una veemenza più forte della natura stessa.
Le fondamenta di quel grande abisso si aprirono; i rossi flutti di quel sangue sgorgarono con tanta abbondanza e violenza da traboccare dalle vene e fuoriuscire dai pori formarono come una densa rugiada sulla sua pelle poi, formando grosse e pesanti gocce, caddero e bagnarono il suolo.
[...]
Egli non morì unicamente perché, in virtù della propria onnipotente volontà, il suo cuore non cedette, né l'anima si separò dal corpo fin tanto che egli non ebbe sofferto la croce. No, non è ancora esaurito quel calice traboccante dinnanzi al quale, sulle prime, la sua naturale debolezza aveva tremato.

La cattura, le accuse, le percosse, la prigione, il processo, la derisione, l'andare dall'uno all'altro, la flagellazione, l'incoronazione di spine, la lenta ascesa al Calvario, la crocifissione: devono ancora tutte avvenire.
Un'ora dopo l'altra, tutta una notte e tutto un giorno devono ancora passare, lentamente, prima che giunga la fine e che la redenzione sia compiuta. E allora, quando giunse il momento stabilito e degli proferì l'ordine, come la sua Passione era cominciata nell'anima così nell'anima si concluse.


(John Henry NEWMAN; Discourses Addressed to Mixed Congregations)

1 commento:

Mefisto De Angelis ha detto...

Ricordiamo insieme le parole del santo Padre: Strinciamoci tutti in qvesto santo ciorno per ricortare il tolore di nostro fratelo Cristo!