martedì, aprile 28, 2009

Pro Missa bene cantata [10]

Sive: Respondit Iesus: Si male locutus sum, testimonium perhibe de malo; si autem bene, quid me caedis? (Jh.XVIII,23)


Il vescovo della diocesi francese di Bayeux con decreto del primo settembre 2008 aveva destituito il padre Jean-Clode Cheval, parroco (come dicono i francesi: "curato") di St Jean de Brébeuf sur Seulles dopo le lamentazioni degli zelanti membri del "consiglio presbiterale" che reputavano intollerabile che il Signor Curato avesse preso l'abitudine di celebrare una volta al mese una messa domenicale festiva non nella bella lingua di Voltaire ma bensì nella lingua di Cicerone.
La trigesimale celebrazione eucaristica in questione non è quella "di Pio V" -benchè a norma del Motu proprio Summorum Pontificum (07/07/07) il buon curato avrebbe tutta la libertà di celebrere "Vetus Ordo"- bensì la messa dello "scandalum" altro non è che la stessa e medesima messa post-conciliare ordinariamente celebrata in "gallice loqui" che però -una volta al mese!- il padre Cheval amava celebrare attenendosi alla Editio Typica approvata da Paolo VI nella Pasqua del 1969 con la Costituzione Apostolica "Missalem Romanum". "Editio Typica" dicesi la versione ufficiale del "Novus Ordo Missae", ovviamente in latino, da cui poi derivano tutte le traduzioni nelle lingue volgari. E se ciò non bastasse a rassicurare gli scrupolosi sulla piena cattolicità del Novus Ordo Missae nella sua formulazione in latino, bisognerà ricordare che nel 1974 la Congregazione per la dottrina della fede con la dichiarazione "Instauratio liturgica", per evitare ogni spiacevole polemica in caso che le traduzioni dei messali volgari non fossero specchiatamente fedeli alla Editio Tipyca, decretava che "il significato da intendersi per esse è, nella mente della Chiesa, quello espresso dall'originale testo latino".

La destituzione di un parroco per aver commesso la colpa di celebra la messa "di Paolo VI" nella versione solennemente approvata da Paolo VI, e nella medesima versione latina in cui viene quotidianamente celebrata nella Basilica di san Pietro in Vaticano, è stato davvero un indicativo "segno dei tempi": un quanto altro mai eloquente modo per principiare le celebrazioni del quarantesimo anniversario della riforma liturgica post-conciliare.

Presentato ricorso al Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, il Venerdì Santo 10 aprile 2009* il padre Cheval ha fatto ritorno nella propria parrocchia accompagnato dal vicario generale della diocesi di Bayeux il quale, ai fedeli riuniti per i riti della Passione, ha dato lettura del decreto della Santa Sede Apostolica con cui si ordinava al vescovo diocesano di procedere all'immediato reintegro del parroco latinista nelle sue piene funzioni.

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