venerdì, maggio 29, 2009

Gaudet Mater Ecclesia! [4]

«“Popolo di Dio” significa quindi “tutti”: dal Papa fino all'ultimo bambino battezzato. ... Ciò esige un cambiamento di mentalità riguardante particolarmente i laici, passando dal considerarli "collaboratori" del clero a riconoscerli realmente "corresponsabili" dell'essere e dell'agire della Chiesa, favorendo il consolidarsi di un laicato maturo ed impegnato». Benedictus PP XVI

OVVERO: Glosse all'ecclesiologia conciliare di Neophytos Edelby (1920-1995) vescovo cattolico arabo di rito bizantino:


Chiesa del Clero?
Mi sembra che al Vaticano II, durante i dibattiti sulla Chiesa, i padri conciliari elaborarono una concezione che non riuscivo ad assimilare.
Mi sembrava che, per una larga frazione dell'opinione pubblica cattolica, la Chiesa sia fondamentalmente costituita dal clero.
I laici appartengono alla Chiesa, senza dubbio, ma non sono la Chiesa, o almeno ci si comporta praticamente come se essi non fossero la Chiesa. Essi vengono impiegati dalla Chiesa, obbediscono alla "Chiesa", collaborano con la "Chiesa" (cioè con il clero).
Quando si dice a qualcuno: la Chiesa ha detto, questi pensa invincibilmente: il clero ha detto. Si direbbe che i cattolici stessi, i fedeli (vengono chiamati laici, ma detesto questa parola), i cristiani che non sono chierici, abbiano accettato questa condizione.

Permettetemi un ricordo personale, una testimonianza presa dal vero, che vi consentirà di vedere in che modo i nostri fedeli reagiscono a causa del fatto che che si inculcato loro troppo sovente la concezione secondo la quale la Chiesa si identifica con il clero. Nel mese di maggio del 1963, in Francia, prendevo parte ad una quindicina missionaria. Il vescovo della città, volendo farmi cosa gradita, aveva invitato a colazione il decano della facoltà di scienze. Egli mi aveva avvisato che questi era un buon cattolico, ma un po' timido, soprattutto, di tendenze di sinistra. «Ciò accresce il mio piacere» gli risposi.
Durante la colazione, questo giovane decano (non aveva che trentaquattro anni, ma era un brillante specialista in elettronica) disse al vescovo: «Monsignore, la Chiesa si è occupata di tutto: d'arte, di letteratura, di diritto, di musica e che so d'altro ancora, ma essa non si occupa sufficientemente di scienza».
Allora, facendo l'ingenuo, ho detto come se fossi un estraneo:«Signor Decano, perdonatemi, siete cattolico?»
«Si» mi rispose.
«Vi occupate di scienza?» ripresi.
«Non mi occupo d'altro dalla mattina alla sera» mi rispose.
«Allora» dissi io «la Chiesa si occupa di scienza, perché voi e centinaia di migliaia di altri laici si occupano di scienza, di elettronica e che d'altro ancora. Non è necessario che vi siano dei sacerdoti-astronauti, dei sacerdoti-violinisti, dei sacerdoti-piloti ecc. Noi sacerdoti facciamo semplicemente il nostro mestiere, siamo dei sacerdoti. Noi cerchiamo di darvi il buon esempio, di predicarvi come meglio possiamo la parola di Dio, ma non è necessario che facciamo di tutto nel mondo, non è neppure un bene che il clero faccia di tutto nel mondo.»

Mi sono ricordato di una tendenza che ebbe corso sotto il pontificato di Pio X: Omnia instaurare in Christo. La formula è magnifica: rinnovare tutto in Cristo, ma ciò non significa che siano i sacerdoti a dover far tutto.
Qualche volta si sentiva chiedere dove sono i nostri sacerdoti-astronomi, i nostri sacerdoti-chimici, i nostri sacerdoti-medici. In una certa epoca ogni ordine religioso compiva grandi sforzi per avere degli astronomi, dei medici, dei radiologi, ecc. Di fatto, tutto questo non è per nulla necessario! Siamo noi tutti insieme che costituiamo la Chiesa: tanto i laici che i sacerdoti; vorrei dire perfino: un poco di più i laici, almeno quantitativamente e spero anche qualitativamente, giacché nella Chiesa il clero non rappresenta che un'infima minoranza.

Senza dubbio l'Oriente ortodosso, l'Oriente tradizionale, ha forse deviato, qualche volta, nell'altro senso, con l'accordare ai semplici fedeli un ruolo che nella Chiesa non poteva spettare loro, cioè il ruolo dei capi. No, nella Chiesa, il comandare, il reggere, non spettano ai semplici fedeli. Il ruolo dei capi nella Chiesa spetta agli apostoli e ai loro successori. Ma non è perché qualche volta l'ortodossia ha esagerato il ruolo dei laici che noi cattolici non dovremmo correggere il nostro punto di vista. Ed ecco la prima reazione: mi sembra sinceramente che la Chiesa sia ancora, nelle nostre concezioni e soprattutto nella nostra pratica, troppo identificata con il clero."

[AA.VV. "La fine della Chiesa come società perfetta"; 1968; Arnoldo Mondadori Editore]

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