martedì, giugno 02, 2009

Ratzinger in Vacanza (della Sede Apostolica)/2

Ovvero: mirabile disamina del vaticanista Luigi Accattoli intorno alla dichiarazione -durante l'udienza benevolmente concessa ai pargoli della "Pontificia Opera dell'Infanzia Missionaria" - con cui il sedici volte Benedetto Ratzinger confessa la propria mancanza di preveggenza del papato non soltanto nella lontana fanciullezza ma pur anco il perdurante stupore per la propria esaltazione al' supremo pontificato.
Benchè da quasi un lustro cciosamente regnante: "...ancora oggi ho difficoltà a capire come il Signore abbia potuto pensare a me, destinare me a questo ministero..."

Ben intuendo quanta gente di poca fede abbia maliziosamente ritenuto l'esternazione dell'umile lavarotore nella mistica vigna nient'altro che -forse doverosa, dato il puerile uditorio- una pia bugia, il conciliante Accattoli invece attesta e conferma la limpidezza dell'umiltà del sedici volte umile e vieppiù Benedetto:
"...Ma davvero il "cardinale decano" che tutti i media davano tra i "papabili", nell'aprile del 2005, restò sorpreso dall'elezione, avvenuta al quarto scrutinio e a sole 24 ore dall'inizio del Conclave? Io sono convinto della sorpresa e provo ad argomentarla partendo dal maglione nero sotto l'abito bianco con cui si presentò alla folla un'ora dopo l'elezione.

L'emozione sul volto e le braccia in nero sono stati i due primi messaggi al mondo, quando si affacciò al balcone della Sala delle Benedizioni. Quel maglione stava a dire che il "decano"non aveva con sé in Conclave neanche una camicia, non pensando di essere eletto. Uno dei cerimonieri gli disse: «Santità le do la mia camicia ». Ma il neoeletto rispose: «Vado così». Come «umile lavoratore nella vigna del Signore », quale appunto si presentò. Che egli non vedesse l'ora di tornare in Baviera per godersi in pace un'ultima stagione con il fratello don Georg nella casa tra i prati che si erano acquistati - dividendo la spesa - alla periferia di Regensburg, è cosa nota. Ci sono decine di occasioni pubbliche in cui espresse quel "sogno": quando compì 15 anni di "servizio" curiale e poi venti, e al settantesimo e poi al settantacinquesimo compleanno. Ma Papa Wojtyla non lo lasciava andare ed egli ubbidiva.

Meno noto è che in un volumetto intitolato Immagini di speranza pubblicato in Germania nel 1997 - cioè al compimento dei settanta e tradotto in italiano dalla San Paolo nel 1999 - egli avesse scritto, dando per imminente il ritorno in patria, queste parole rivelatrici: «Durante gli anni da me trascorsi a Roma...». Sempre del 1997 è il volume autobiografico La mia vita (anch'esso pubblicato in italiano dalla San Paolo), che si chiude con la rievocazione della leggenda dell'orso di Corbiniano, che era nel suo stemma cardinalizio e che è ancora in quello papale. Il monaco bavarese in cammino per Roma si imbatte in un orso che gli uccide la cavalcatura, forse una mula; e il santo ordina all'orso di prendere il posto della bestia uccisa. Così concludeva il cardinale: «Di Corbiniano si racconta che a Roma restituì la libertà all'orso. Se questo se ne sia andato in Abruzzo o abbia fatto ritorno sulle Alpi, alla leggenda non interessa. Intanto io ho portato il mio bagaglio a Roma e ormai da diversi anni cammino con il mio carico per le strade della città eterna. Quando sarò lasciato libero, non lo so, ma so che anche per me vale il detto di Sant'Agostino: sono divenuto una bestia da soma, e proprio così io sono vicino a te».

Il Papa teologo tornò sulla leggenda dell'orso il 9 settembre 2006 parlando alla folla di Monaco di Baviera: «L'orso di san Corbiniano, a Roma, fu lasciato libero. Nel mio caso, il "Padrone" ha deciso diversamente ».Trovo qualcosa di biblico, del Signore che porta qualcuno dove non vorrebbe, nella chiamata al pontificato che "sorprende" Ratzinger a 78 anni. In questo sobbarcarsi un peso non cercato vedo l'aspetto più avvincente della missione di papa Benedetto: qualcosa come il segno di una disponibilità totale che si fa totale apertura. Oltre le attese, oltre le vedute coltivate."


[ © Copyright Liberal, martedì 2 giugno 2009]

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