lunedì, dicembre 21, 2009

Munificentissimus Deus [4]


Lo Stato della Città del Vaticano, nato con i Patti Lateranensi dell'11 febbraio 1929, ha rivendicato il diritto di battere moneta: privilegio che il Diritto intenazionale attribuisce ad ogni legittima autorità statuale. Con la convenzione monetaria siglata nel 1930, il Regno d'Italia concedeva al novello Stato Vaticano di batte moneta ma soltanto metallica. E nasceva, così, la Lira vaticana: coniata nella Zecca italiana, avente il medesimo valore nominale e lo stesso taglio delle monete circolanti nello Stato italiano.
Nel 1998, la Commissione Europea , in vista dell'entrata in vigore della moneta unica europea, dava mandato allo Stato italiano di ratificare una nuova convenzione monetaria poiché "è opportuno convenire che la Città del Vaticano utilizzi l'euro come sua moneta ufficiale e dia corso legale alle banconote e alle monete in euro emesse dal Sistema europeo di banche centrali e dagli Stati membri che adottano l'euro".

La Convenzione Monetaria tra la Santa Sede e la Repubblica Italiano, per conto della Comunità Europea, venne siglata il 29 dicembre dell'anno 2000. Nulla cambiava, tranne il bacino (continentale e non più nazionale) di circolazione della moneta vaticana. Gli Euro del Vaticano pertanto continuano ad esser coniati dalla Zecca di Roma, al pari degli Euro Italiani; il valore complessivo delle emissioni monetarie vaticane venne fissato ad un milione e 74 mila euro annui, circa la stessa cifra che precedentemente veniva coniata in lire
Le monete in Euro del Vaticano come quelle di tutti i paesi membri della Comunità europea, e di San Marino e del Principato di Monaco, vengono coniate in 8 pezzi (2 Euro, 1 Euro, 50, 20, 10, 5, 2 e 1 Eurocent) che adottano sul verso l'immagine utilizzato in tutta l'Unione Europea mentre il "recto" (che è quello che cambia da Stato a Stato) riporta, al pari di tutti gli Stati monarchici dell'Unione europea, l'effigie del capo di Stato ovvero del Pontefice regnante.

La prima serie di euro vaticani venne coniata nel 2002, e si trasformò immediatamente in un souvenir di lusso. Infatti, non solo la serie "fior di conio" ma tutto l'intero conio è divenuto oggetto delle brame dei patiti della numismatica. De facto è divenuto impossibile che l'Euro vaticano abbia una reale circolazione monetaria e tanto più che venga scambiato al valore nominale: una intera serie di monete coniate sotto il regno di Giovanni Paolo II può avere un valore che supera i mille euro! Lo stesso Pier Paolo Francini capo dell'ufficio filatelico e numismatico dello Stato della Città del Vaticano , intervistato dall'Osservatore Romano nell'agosto 2008, ammetteva con imbarazzo che gli euro vaticani coniati nel 2002 "hanno raggiunto quotazioni inopportune e improprie".

Ancor più "inopportune" le quotazioni della intera serie coniata nell'aprile 2005 durante la Sede Vacante con sul "recto" le insegne della Camera Apostolica e lo stemma del cardinale Camerlengo. Ad aumentare esponenzialmente la brama dei collezionisti è la peculiarità dell'emissione della Sede vacante del 2005 è che, unico caso nella pur breve storia dell'euro, l'anno non è espresso con le cifre arabe ma in numeri romani.
E poiché come attesta la scrittura "lo zelo per la tua casa mi divora" molti eurodeputati si sono fatti un punto d'onore di mettere fine a questa anomalia del sistema monetario europeo, trascinando la questione sul tavolo della Consiglio d'Europa.
I rappesentanti della Santa Sede hanno replicato che per lo Stato del Vaticano il conio durante la vacanza della Sede Apostolica è ritenuta necessario per rimarcare la continuità dell'esercizio dell'autorità statale e, di tale continuità dell'autorità il battere moneta è la manifestazione più rilevante. Ma il responso dei ministri delle Finanze dell'Unione in seduta comune è stato avverso. Le norme previste per il conio delle monete prescrive espressamente che il lato "nazionale" degli euro possa cambiare solo quando cambino i capi di Stato rappresentati sulla moneta: una temporanea vacanza o l'occupazione provvisoria della funzione di capo di Stato non può dare il diritto a cambiare il lato nazionale delle normali monete che vengono coniate per la libera circolazione.

I negoziati tra Vaticano e Commissione europea hanno portato ad un compromesso firmato l'11 febbraio 2009, nel fatidico anniversario dell'ottantesimo anniversario della fondazione della Città del Vaticano: gli Stati monarchici europei sono autorizzato a modificare l'effigie del capo di Stato ogni quindici anni per tener conto del cambiamento del suo aspetto; se un capo di Stato viene effigiato sulla moneta, nel momento in cui ci fosse un vuoto di potere o l'occupazione ad interim della funzione di capo di Stato - nel caso specifico: la Sede Vacante- ciò non dà diritto a modificare la faccia dei pezzi ma può coniare un solo pezzo commemorativo, e non un'intera serie. Quindi la Città del Vaticano potrà continuare a coniare la moneta "commemorativa" della Sede Vacante con tanto di insegne araldiche del Camerlengo, purché su di un solo pezzo e non su tutti ed otto monete.

Il Consiglio dell'Unione Europea in data 26 novembre 2009 decretava che l'Italia rinegoziasse gli accordi monetari con lo Stato della Città del Vaticano e che tale negoziazione avvenisse quanto prima nell'incombenza dell'entrata in vigore il primo gennaio 2010 delle nuove e generali disposizioni in materia di scambi monetari approvata dall'Unione europea. Pertanto, giovedì 17 dicembre 2009 a Bruxelles è stata siglata la nuova Convenzione monetaria tra lo Stato della Città del Vaticano e l’Unione Europea. A nome della Santa Sede, ha firmato monsignor André Dupuy, Nunzio apostolico presso l’UE, mentre per conto dell'Unione Europea non ha firmato un rappresentante del Governo italiano bensì lo spagnolo Joaquín Almunia, Commissario europeo per gli Affari Economici e Monetari.

Le disposizioni della nuova Convenzione monetaria (fonte Zenit, ndr) entreranno in vigore a partire dal primo gennaio 2010.
La Convenzione eleva a 2.300.000 euro fissi, più una quota supplementare variabile, il valore nominale della massa monetaria che può essere battuta dal Vaticano. Inoltre, d’ora in poi, almeno il 51% della moneta vaticana dovrà essere obbligatoriamente immessa in circolazione.
"Con la firma della Convenzione, il Vaticano recepisce tutte le normative comunitarie contro il riciclaggio di denaro, la frode e la falsificazione delle banconote."
"La Convenzione prevede infine l’istituzione di un Comitato misto che si riunirà annualmente per verificare l’applicazione della stessa Convenzione monetaria."

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