sabato, novembre 28, 2015

Miserando atque Eligendo

Sui siti internet di vari quotidiani italiani, in calce agli articoli dei vaticanisti che piattamente riferiscono che il Pontefice nella sua omelia in Uganda ha sentenziato che: "i piaceri mondani non danno gioia", compaiono i commenti astiosi di chi accusa Papa Francesco di demagogia pauperista. Consimili fervorini spirituali vanno bene per i cristiani occidentali "sazi e disperati" non certo per gli africani che vivono (e i più sopravvivono!) con redditi sotto la soglia della povertà - chiosano stizziti gli italici commentatori internauti! 
Epperò, come spesso ha gesuiticamente insegnato Bergoglio: le affermazioni vanno sempre lette nel loro contesto. E poiché trattasi di estrapolazione dall'omelia della messa celebrativa del cinquantesimo della canonizzazione di quei santi martiri ugandesi che preferirono la morte piuttosto che soggiacere alle avances del re di Buganda, se ne dovrebbe dedurre che "i piaceri mondani" cui velatamente Bergoglio ha fatto riferimento non siano affatto i postmoderni feticci del consumismo capitalistico! Invero il Vescovo di Roma avrebbe potute sforzarsi d'essere più chiaro intorno a che cosa, assai prosaicamente, sia consistito il luminoso esempio di san Carlo Lwanga che anche oggi "continua a ispirare tante persone nel mondo". Consolante, in tutta questa omertà pontificale sulle ragioni del martirio dei paggi del re tribale, è che Papa Francesco non abbia sentito l'obbligo di aggiungere un: "Chi sono io per giudicare Mwanga re di Buganda?"